CAMBIAMENTI DELLA SCUOLA: VIA ALLA TECNOLOGIA!!!

Negli ultimi decenni, il mondo dell’istruzione ha avuto dei profondi e rapidi cambiamenti che hanno trasformato radicalmente la Scuola come la conosciamo.L’avvento della tecnologia, i mutamenti sociali e culturali, nonché le nuove esigenze educative hanno contribuito a ridefinire il volto dell’istruzione.

In questo articolo esploreremo com’è cambiata la scuola nel tempo, analizzando come le innovazioni tecnologiche l'hanno ridefinita nell’era moderna. Fino a poco tempo fa, il sistema scolastico era abbastanza diverso rispetto a quello che conosciamo oggi. L‘istruzione tradizionale è sempre stata basata su un apprendimento sostanzialmente passivo, puntando sulla lezione frontale e sulla memorizzazione di dati e concetti.Gli studenti erano spesso incoraggiati a imparare a memoria testi e formule, senza preoccuparsi dell’analisi critica e la comprensione profonda dei concetti. 

Anche se può non essere così evidente, il sistema scolastico anche in Italia ha subito trasformazioni significative nel corso del tempo, e queste trasformazioni sono state influenzate da diverse innovazioni. Esamineremo l’aspetto chiave del cambiamento nella scuola moderna: l’incorporazione della tecnologia nell’ambiente scolastico. L’introduzione dei computer, dei dispositivi mobili e delle lavagne multimediali o smart monitor connessi ad internet ha rivoluzionato gli ambienti classe. Pur con i dovuti limiti infrastrutturali e le differenze geografiche, molte aule sono diventate sempre più connesse, consentendo agli insegnanti di accedere a risorse digitali, ricerche online e strumenti di apprendimento interattivi. Ad accelerare il processo di cambiamento è stato l’avvento della pandemia da Covid-19 e la tempestiva necessità di traslare l’intero panorama scolastico dall’approccio fisico all’approccio digitale, conseguenza dell’isolamento causato dal lockdown.Il periodo pandemico ha sorprendentemente velocizzato il processo di digitalizzazione dell’istruzione scolastica.L’innovazione tecnologica è diventata una presenza costante nelle nostre vite e, di conseguenza, anche nelle nostre aule.

Ma quali sono i cinque vantaggi reali dell’uso della tecnologia in classe? 

1) Crea un ambiente di apprendimento più coinvolgente, infatti, la tecnologia può aiutare gli insegnanti a presentare gli argomenti in modi più interattivi e creativi in modo da stimolare gli studenti ad apprendere;

2) Prepara gli studenti per il futuro ossia sviluppare una vera e propria alfabetizzazione digitale per far comprendere come funzionano le tecnologie, come utilizzarle in modo sicuro ed etico, come sfruttarle per risolvere problemi e raggiungere obiettivi;

3) Migliora la connessione con gli studenti aumentando la comunicazione tra studenti e insegnanti, permettendo un scambio di idee più fluido e immediato;

4) Stimolare la collaborazione trai coetanei di un altro parse per un progetto globale; 

5) e Supportare lo studio.

Pertanto, si può concludere che navigare il vasto oceano della tecnologia può sembrare un’impresa ardua, ma con le giuste strategie e un pizzico di curiosità, si rivelerà un’avventura appassionante e ricca di scoperte. Non esiste una soluzione unica per tutti, ma esistono infinite possibilità per trasformare la vostra aula in un laboratorio di innovazione e apprendimento.

 Giuseppina M

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LA DIVERSITA'

Mi sono trasferita in Italia a cinque anni, per me era un mondo completamente diverso dalla mia meravigliosa India.

Sono stata sin dall’inizio una ragazza curiosa di tutto ciò che mi circondava e pronta a fare nuove amicizie. Ma questo mio entusiasmo nel conoscere altre persone, penso che non sia quasi mai stato reciproco.

Axel Honneth dice che ‘sta nell’esperienza del riconoscimento reciproco, la possibilità di stabilire un rapporto positivo con sé stessi’. Ma esistono due forme di riconoscimento: una positiva ed una negativa. Ahimè, io nella mia infanzia ed adolescenza sono venuta più a contatto con forme negative, che positive. Ho sempre percepito una sorta di discriminazione nei miei confronti da parte dei miei compagni, solo perché avevo una carnagione diversa dalla loro e provenivo da un altro paese. Non mi dimenticherò mai quando un bambino mi disse: ‘Non toccarmi! Mi potresti sporcare!’.

Durante la mia fase di crescita ho provato odio verso diverse piccole cose, alle quali nessuno presta molta attenzione. Odiavo l’ora della ricreazione, perché era quel momento dove si creavano dei gruppetti, tutti ridevano e scherzavano tra di loro, mentre io facevo merenda da sola. Odiavo quando le insegnanti decidevano di cambiare il compagno di banco, perché nessuno si voleva sedere vicino a me. Odiavo quando bisognava fare le squadre per giocare a pallamano, perché ero sempre l’ultima ad essere scelta. Persino odiai la mia provenienza, perché se fossi stata italiana, magari tutto sarebbe stato più ‘normale’.

L’unico periodo dove sono stata a contatto con delle forme positive di riconoscimento, è stato il biennio. Qui ho conosciuto la mia migliore amica, che adesso è come una sorella. Lei è stata una delle poche persone che mi ha stimata ed apprezzata, per quella che sono. I primi due anni di liceo sono stati indimenticabili per me, finalmente anch’io avevo qualcuno che mi voleva bene.

Ma purtroppo nel mio destino c’era scritto qualcos’altro. Infatti, mio padre dovette cambiare lavoro, ciò comportò un trasferimento dalla Basilicata al Veneto e i successivi tre anni di liceo furono un incubo. Mi trovai in una forma di coercizione e questo solo per colpa mia. Pur di non stare da sola, decisi di frequentare persone tossiche, una delle decisioni più brutte della mia vita. So che c’è un detto, che afferma: ‘Meglio soli, che mal accompagnati’, ma dopo aver sofferto sin dall’infazia di solitudine, non avevo alcuna voglia di rimanere nuovamente da sola (anche se devo dire la verità, quei tre anni sono comunque stati degli anni pieni di solitudine. Pur circondata da persone, mi sono sempre sentita lontana da tutti e c’era un vortice dentro di me, che mi divorava sempre di più, col passare del tempo).

Questo essere diversa, non l’ho provato solo nella mia vita scolastica, bensì anche nella mia vita quadidiana. Mi ricordo quando io e mio padre andavamo a fare compere e molte volte il negoziante sbuffava in faccia a mio padre, perché faceva fatica a parlare italaino. Posso dire che, non c’è quasi mai stato un senso di ‘empatia’. 

Tutti questi episodi mi hanno quasi sempre portata ad un processo di stigmatizzazione, ovvero, autoesclusione, dove ho sempre provato un senso di vergogna ed imbarazzo. Mi chiedevo spesso cosa avessi fatto di male, per non meritarmi qualche amico. E a cosa servisse la mia esistenza, se dovevo solo soffrire.

Ma tutto ciò che mi è capitato, mi ha anche insegnato molto. E soprattutto ad amare la diversità, che è una cosa bellissima. Mi piange il cuore quando penso alla me del passato, perché non sono mai riuscita a difendere la mia cultura e me stessa. Ma devo anche ammettere che se non avessi fatto certe esperienze, oggi, non sarei quella che sono e soprattutto innamorata delle mie origini.

Non dimentichiamo che la diversità delle culture, delle filosofie e delle invenzioni hanno permesso la nascita e lo sviluppo delle varie civiltà.

Molte persone anche oggi, purtroppo, soffrono di discriminazione e io voglio dire a tutte queste persone di non aver paura di essere sè stesse e non arrendersi mai. La vita è una sola, godetevela. Andate sempre avanti, dritti per la vostra strada, realizzando i vostri sogni. E soprattutto, non tenetevi il dolore dentro, apritevi! Vi assicuro che vi sentirete meglio con voi stessi. E non abbiate paura nell'alzare la vostra voce, contro chi non vi rispetta.

La diversità è una ricchezza e non una forma di inferiorità.

-Hk

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SEI MODI PER ORGANIZZARSI NELLO STUDIO

Innanzitutto, e' importante ribadire che il tempo dedicato all’organizzazione ancora prima di mettersi a studiare non è tempo perso! Quindi, avere sott’occhio tutto quello che c’è da studiare, pianificare l’intera settimana, eliminare il superfluo dalle scrivanie e tenere ordinato il diario per recuperare in efficienza e chiarezza il tempo impiegato. L’apprendimento degli studenti organizzati tende ad essere più consapevole, più approfondito e più “produttivo” in termini di risultati e di soddisfazione personale. Andiamo ora ad elencare i sei punti indispensabili da rispettare per essere organizzati nello studio:

1) organizzare la scrivania ed eliminare le distrazioni ed il superfluo: scegliere un’ambiente che sia dedicato allo svolgimento dei compiti, lontano da eventuali distrazioni, silenzioso e ben attrezzato; avere a disposizione ciò che potrebbe servire durante lo studio, partendo dai materiali scolastici (righello, compasso, evidenziatore, bloc-notes) arrivando alla bottiglietta d’acqua, al calendario e al computer con annesso caricatore. Pertanto, ricordarsi che il disordine ambientale può interferire con la concentrazione.

2) pianificare le attività e i compiti da fare nell’arco del pomeriggio e della settimana: può essere utile creare una tabella settimanale inserendo anche gli impegni extra-scolastici e prevedendo qualche ora libera da dedicare agli amici, alle passeggiate nella natura o ad una gita fuori porta!

3) evitare di studiare in un giorno troppe ore consecutive: questo criterio cambia molto a seconda della classe frequentata.

4) per ogni ora di studio prevedere una pausa: di solito una pausa di 15 min ogni 45 minuti è necessaria per ricaricare le energie mentali e poi di ri-focalizzarsi sui compiti. Durante la pausa si consigli di svolgere un'attività rilassante come spuntino o passeggiata in giardino.

5) mantenere una flessibilità nella programmazione per evitare ansie e frustrazioni.

6) durante il pomeriggio di studio, ricavare sempre dei momenti di ripasso e di auto-monitoraggio sull’apprendimento. Infatti, lo studio intensivo dell’ultimo minuto porta ad un apprendimento superficiale, non duraturo e poco soddisfacente.

Infine, voglio concludere dicendo che l'organizzare lo studio porta tutti gli studenti all’autonomia, al successo e alla soddisfazione nell’apprendimento. Quindi ricordiamoci sempre di trovare il tempo per pianificare, ragionare e organizzare!

Giuseppina M.

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Studiare il latino e il greco: la traduzione

Lo studio del latino e del greco è utile sia per chi si dedica a studi umanistici sia per chi è orientato verso studi scientifici. Suddette lingue hanno una storia antichissima, più che millenaria, e permeano profondamente il lessico di molte lingue moderne. L'apprendimento delle lingue classiche rappresenta un importante patrimonio culturale, che alimenta incessantemente il mondo contemporaneo, a cui dobbiamo lo sviluppo del pensiero filosofico, politico, scintifico e culturale. Eppure il latino e il greco sono, per la maggior parte degli studenti, un ostacolo nel percorso di studi, perché vengono riscontrante difficoltà nello studio della grammatica e, in particolar modo, nella traduzione, momento di verifica e messa a terra di tutte quelle regole grammaticali studiate a livello teorico. Tradurre, quindi, risulta essere uno scoglio arduo da superare, perché è la sintesi di una serie complessa di operazioni mentali. Pertanto, dopo aver acquisito le competenze sintattico-grammaticali funzionali alla comprensione e alla traduzione dei testi, sarà operazione necessaria ritrovare, nel testo, tutti gli elementi utili a ricavare il significato autentico dell'opera da tradurre. L'attività di traduzione, quindi, dopo una prima fase nella quale si individuano i nessi logico-sintattici e grammaticali, passa a una seconda fase più profonda, nella quale si confronta, si verifica, si sceglie la soluzione dopo aver considerato alcune variabili, magari anche a livello lessicale. 

In conclusione, riassumiamo quali sono le operazioni necessarie per tradurre.

1) Lettura attenta del testo, al fine di cogliere il senso generale del brano

2) Individuazione della struttura sintattica dei periodi: proposizioni princiapale, coordinata, subordinata. Di seguito, di ogini proposizione effettuare l'analisi grammatica e logica

3) Traduzione. Dopo aver consultato il vocabolario, cercare il senso esatto di ogni proposizione, evidenziando quei punti che rimangono "oscuri" e che rappresentano una criticità.

4) Momento finale. Rsoluzione degli ultimi dubbi relativi ai punti oscuri e momento di revisione linguistica del testo, rispettando sempre la centralità del testo. 

Ciò che è importante è che la traduzione debba essere fedele al testo e resa in una lingua corretta ed espressiva. 

Annamaria

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CHE STRESS!!! Anche i più giovani sono stressati, mica solo gli adulti!

Secondo diversi studi psicologici condotti negli ultimi anni, uno dei momenti nella vita in cui siamo maggiormente soggetti a situazioni stressanti è proprio durante l'adolescenza.

Infatti è stato studiato come gli adolescenti sperimentino un forte stress motivato "dalle enormi aspettative dei genitori e della società".

È molto importante saper riconoscere in tempo i sintomi in modo che non si trasformi in un grosso problema.
Il rischio infatti è quello di incorrere in depressione, ansia o altre malattie, o di cercare di alleviarle con metodi non proprio salutari.

Per quanto i giovani tendano a mostrarsi sicuri di sé, in fondo spesso si muovono in un grande mare di dubbi e insicurezze.
Certo, è normale, tutti siamo in preda a questi sentimenti, ma la delicata fase adolescenziale ingrandisce le dimensioni dei problemi.

Le motivazioni più comuni che scatenano stress e pensieri negativi nei più giovani sono: paura di fallimenti in ambito scolastico, pubertà, problemi familiari ed economici, mancanza di autostima, sovraccarico di attività extra scolastiche.

Non è quasi mai facile riconoscere lo stress.
Ci si sente male in generale, ma non si riesce a dare un nome a quello che sta accadendo.
Per questo motivo, bisognerebbe fare attenzione alla presenza di alcuni dei sintomi da stress, come stanchezza cronica con sensazione di malessere, eccessiva autocritica, cinismo, irritabilità e negatività, esplosioni futili di rabbia, insonnia, problemi respiratori.
Inoltre lo stress può essere causa di emicrania e mal di testa di tipo tensivo oltre ad altri fattori come il consumo eccessivo di caffè ed alcol, il fumo o la mancanza di attività fisica. 

È importante capire che lo stress è un problema per tutti e che dobbiamo imparare ad accettare e risolvere i momenti difficili della nostra vita.
Bisogna imparare a combattere lo stress!

  • Identificare la causa dello stress è la prima cosa da fare.
    Se ad esempio la causa è sentirsi sopraffatti dallo studio, è molto utile organizzare bene il lavoro e fare un buon piano, magari chiedendo aiuto con tutoraggio, ripetizioni o aiuto compiti.
  • Fissare obiettivi realistici aiuta ad abbassare qualsiasi tipo di pressione.
  • Un altro infallibile modo per combattere lo stress è divertirsi.
    Trovare un passatempo sia da soli che in compagnia, è un toccasana.Lo sport è un ottimo modo per combattere lo stress. Basta capire se si è portati per quelli di squadra o per allenamenti individuali.
  • Trovare uno spazio senza stress dove potersi rilassare è molto importante.
    L’ideale sarebbe un luogo tranquillo e silenzioso, dove poter stare da soli e magari a contatto con la natura. 
  • Sbarazzarsi delle tensioni che non servono eliminando tutte quelle piccole cose inutili che portano via tempo, aiuterà a focalizzarsi sulle cose davvero importanti.
  • Parlare con amici, familiari, insegnanti, esperti... insomma, se sembra semplice come soluzione è perché lo è davvero: parlare aiuta a sfogarsi e chissà che un buon consiglio sia proprio la cosa di cui abbiamo bisogno!  

Ricorda infine che ci sono 168 ore in una settimana.
Con la pianificazione tutto può essere fatto, ma non esagerare: il riposo ed un buon sonno non sono da sottovalutare.

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