Il metodo Natura: insegnare il latino come se fosse una lingua viva. Vivissima.

Roma in Italia est. Italia in Europa est.

Chiunque, anche senza aver mai studiato latino, è in grado di comprendere il senso di queste frasi. Non c’è bisogno di vocabolario né di traduzioni: il significato si intuisce. Ed è proprio da queste parole che comincia un percorso alternativo all'apprendimento (e all'insegnamento!) del latino: il metodo Natura. Parole semplici, frasi elementari, strutture grammaticali ripetute più e più volte, fino a quando non diventano, per l'appunto, naturali.

Il latino, in questo approccio, non è un codice da decifrare, né un elenco infinito di regole da imparare a memoria, ma una lingua da comprendere direttamente. Come l'inglese, o come il tedesco. Come qualsiasi altra lingua viva. Il metodo, ideato dal danese Hans Ørberg, propone un’immersione totale nella lingua latina. Il suo libro Lingua Latina per se illustrata è scritto interamente in latino, ma strutturato in modo che tutto risulti chiaro anche a chi comincia da zero. Non ci sono traduzioni né spiegazioni in italiano: banalmente, non sono necessarie. Lo stesso libro viene proposto nella stessa identica forma nel mondo intero. Le parole nuove si capiscono dal contesto, dalle immagini apposte a lato, dalla ripetizione che, ogni volta, rende i termini un po' più specifici. Un po’ come imparare l’inglese guardando un cartone animato, o leggendo i testi delle canzoni: non ci si accorge di studiare, eppure si impara.

Lo studente segue le vicende quotidiane di una famiglia romana. Marco si sveglia, Iulia gioca, Cornelius legge. Si parla della casa, della scuola, del tempo, delle malattie, dei viaggi, degli dei. La lingua cresce con la storia: più la trama si sviluppa, più il lessico si arricchisce, più si diventa padroni del latino. Scenate di gelosia, regali, innamoramenti, piccoli incidenti e molto altro: vita vera. Con quel tocco di cultura romana che non può fare altro che affascinare anche lo studente meno propenso all'apprendimento.

Il metodo viene usato oggi da insegnanti in tutto il mondo, in via esclusiva o spesso affiancato ai percorsi scolastici tradizionali. Non sostituisce necessariamente lo studio della grammatica, ma cambia il modo in cui la grammatica viene incontrata: non più come una serie di regole astratte, ma come strumenti per capire ciò che si legge. Anche in un contesto di lezioni private o personalizzate, il Metodo Natura si presta particolarmente bene, sia per chi già affronta la materia a scuola, sia per chi magari vuole un'infarinatura preventiva in vista dell'inizio del primo anno di liceo. Ma anche per gli adulti che vogliono rinfrescare i vecchi ricordi, o che vogliono imparare qualcosa di nuovo. Inoltre, aiuta chi ha difficoltà con il latino scolastico, perché toglie la pressione della traduzione parola per parola, della tanto temuta "versione". Per non parlare poi della possibilità di iniziare da subito a parlare o a scrivere, senza dover attendere. Piace a chi è curioso, perché permette di leggere davvero in latino, senza attendere anni di studio. Stimola chi ama le lingue, perché si avvicina al funzionamento naturale del linguaggio.

Questo è uno degli effetti collaterali del metodo: il latino smette di essere distante, polveroso, scollegato dalla realtà, un mostro ostile spesso difficile da comprendere. Diventa uno strumento con cui raccontare cose anche molto semplici, quotidiane, perfino buffe. Se fosse possibile inventare storie semplici, divertenti, ambientate anche ai nostri tempi? Basta cambiare prospettiva: leggere il latino come si legge un racconto. Cercare il significato nel contesto, nella logica della frase. Lasciare che la lingua si riveli piano piano, come succede in tutte le lingue vere. Come potremmo tradurre "router"? O "Wi-fi"?

Unda invisibilis quae informationem per aerem vehit. Un po' lungo, forse, ma di sicuro effetto.

D'altronde, lingua latina non mortua est. Dormiebat.

Valentina L.

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Insegnare la matematica agli studenti discalculici

Insegnare la matematica agli studenti discalculici rappresenta una sfida significativa per insegnanti e genitori, ma con i giusti metodi, e soprattutto con un approccio mirato e non giudicante è possibile migliorare l'apprendimento e rendere questa materia accessibile anche a chi ha difficoltà specifiche. La discalculia è un disturbo dell'apprendimento che influisce sulla capacità di comprendere e manipolare i numeri, rendendo complicati concetti come il calcolo, la memorizzazione delle tabelline e la comprensione delle operazioni aritmetiche di base. Non dimentichiamo però che un approccio corretto può permettere di far associare all'alunno un'esperienza positiva alla matematica!

Uno dei primi passi per insegnare la matematica agli studenti discalculici è... pensare fuori dagli schemi. Si possono coinvolgere diversi sensi per facilitare la comprensione dei concetti matematici, combinando l'uso della vista, dell'udito e del tatto. Per esempio, l'uso di materiali manipolativi come cubetti, blocchi o palline può aiutare a rappresentare fisicamente i numeri e le operazioni. Disegnare le operazioni, utilizzare applicazioni interattive o persino cantare canzoncine sulle tabelline può rendere il processo di apprendimento più coinvolgente e meno astratto.

L'uso del contesto e delle situazioni di vita quotidiana è un altro strumento efficace. Spesso, gli studenti discalculici faticano a collegare i concetti matematici con la realtà. Per ovviare a questo problema, è utile insegnare la matematica attraverso problemi pratici e situazioni reali, come fare la spesa, calcolare il resto, leggere un orologio analogico o seguire una ricetta. Questo permette agli studenti di comprendere il valore pratico della matematica e di sviluppare una maggiore familiarità con i numeri in un contesto più rassicurante e meno intimidatorio.

La chiave, come sempre, è l'attenzione ai bisogni dell'alunno e soprattutto la capacità di cogliere per ognuno i dettagli che lo rendono unico. Ogni alunno discalculico ha difficoltà differenti, e non esiste una strategia unica che funzioni per tutti. È quindi importante adattare il materiale e i tempi di apprendimento alle esigenze del singolo studente. Alcuni possono beneficiare di spiegazioni più visive, mentre altri potrebbero trovare utile l'uso di schemi e mappe concettuali. La ripetizione frequente e il rinforzo positivo sono fondamentali per consolidare i concetti, senza però far percepire l'apprendimento come un'attività frustrante. Se un alunno dimostra un interesse particolare per un determinato argomento, perché non usarlo come metodo?

L'insegnante ha un ruolo chiave nel creare un ambiente di apprendimento sereno e stimolante. Gli studenti discalculici spesso sviluppano ansia e insicurezza nei confronti della matematica, a causa delle difficoltà incontrate nel tempo e magari dell'atteggiamento giudicante di chi li ha seguiti. È quindi essenziale adottare un atteggiamento empatico e incoraggiante, evitando giudizi negativi o confronti con altri studenti. Premiare i progressi, anche piccoli, e mostrare pazienza può fare una grande differenza nel loro atteggiamento verso la materia.

L'uso delle tecnologie può essere un valido alleato nell'insegnamento della matematica. Esistono esercizi interattivi, giochi educativi e strumenti di calcolo semplificati. Questi strumenti possono aiutare a rafforzare le abilità matematiche in un modo meno convenzionale e più stimolante per gli studenti, riducendo lo stress associato ai metodi tradizionali di apprendimento.

Un altro elemento fondamentale è la gestione del tempo. Gli studenti discalculici spesso hanno bisogno di più tempo per elaborare le informazioni e risolvere i problemi matematici. Per questo motivo, è utile concedere loro tempi più lunghi per svolgere i compiti e sostenere le verifiche, senza penalizzarli per la loro lentezza nel calcolo. Inoltre, permettere l'uso di strumenti compensativi come calcolatrici o schede di riferimento può facilitare il loro percorso di apprendimento senza farli sentire inadeguati rispetto ai compagni.

La collaborazione tra scuola e famiglia è essenziale per garantire il successo scolastico di uno studente discalculico. I genitori possono supportare l'apprendimento in casa creando un ambiente positivo nei confronti della matematica, evitando di trasmettere ansia o pregiudizi sulla difficoltà della materia. Inoltre, il confronto costante con gli insegnanti permette di monitorare i progressi e adattare le strategie in base alle esigenze dello studente.

Infine, è importante lavorare sull'autostima dello studente. La discalculia può influenzare negativamente la fiducia in se stessi, specialmente quando l'apprendimento della matematica diventa una fonte di frustrazione. Sottolineare i punti di forza dello studente, valorizzare le sue capacità e aiutarlo a comprendere che le difficoltà non definiscono il suo valore è essenziale per mantenere la motivazione e la voglia di imparare.

Insegnare la matematica agli studenti discalculici richiede pazienza, creatività e un approccio individualizzato, ma con il giusto supporto è possibile aiutarli a sviluppare competenze matematiche funzionali per la vita quotidiana. Rendere la matematica accessibile significa non solo facilitare il loro percorso scolastico, ma anche offrire loro strumenti utili per affrontare con maggiore sicurezza le sfide future. Un insegnamento che dura davvero per tutta la vita!

Valentina L.

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Conquista la Tua Indipendenza!Ecco i Benefici della Postazione di Studio

Creare una postazione di studio all'interno della propria abitazione è fondamentale per favorire la concentrazione, l'autonomia e lo sviluppo del pensiero critico.
Questo spazio dedicato a se stessi, non solo migliora l'efficacia del lavoro, ma contribuisce anche alla crescita personale e all'indipendenza dei più giovani; mentre favorisce l’affermazione di chi è già inserito in un ambiente lavorativo.

Concentrazione e riduzione delle distrazioni

Una postazione di studio personalizzata e ben organizzata aiuta a minimizzare le distrazioni, permettendo di focalizzarsi meglio sulle attività da svolgere.
“Uno spazio ordinato favorisce una mente ordinata”.
Quante volte abbiamo sentito questo mantra?
Eppure che ci crediate o no, funziona proprio così!
Si riducono stress e distrazione ed aumenta invece la produttività.

Sviluppo dell'autonomia e della personalità

Disporre di questo spazio personale incoraggia l'autogestione e l'assunzione di responsabilità.
Questo ambiente permette di organizzare il proprio materiale, pianificare le sessioni di studio/lavoro e sviluppare un senso di proprietà sul proprio apprendimento.
Tali competenze sono essenziali per la crescita personale e la formazione di una personalità indipendente.

Miglioramento del ritmo

Infatti non siamo tutti uguali: ognuno di noi ha diversi modi ed approcci al lavoro e differenti tempistiche.
Per questo è fondamentale che la postazione sia personalizzata in base alle nostre peculiarità, evidenziando i punti di forza e limitando quelle che possono risultare “debolezze”.
Pertanto una postazione personalizzata consente di stabilire una routine efficace, adattata alle proprie esigenze e preferenze.
Questo favorisce un ritmo costante e sostenibile, evitando accumuli di lavoro e promuovendo una gestione del tempo più efficiente.
In più mettersi a lavoro con attorno cose che ci fanno stare bene, è una grande fonte di motivazione!

Promozione del pensiero critico

Uno spazio dedicato allo sviluppo di nuove idee offre l'opportunità di riflettere, analizzare e approfondire le informazioni in modo critico.
L'apprendimento personalizzato, che può essere facilitato da una postazione di studio su misura, incoraggia tutti a sviluppare competenze di auto-riflessione e consapevolezza, fondamentali per il pensiero critico.

Conclusione?

Investire nella creazione di una postazione personalizzata è un passo significativo verso il successo scolastico e la crescita personale di ognuno di noi, nessuno escluso.
Questo spazio non solo facilita l'apprendimento efficace, ma contribuisce anche allo sviluppo di competenze essenziali per la vita, come l'autonomia, la gestione del tempo e il pensiero critico.

Lorenza M.

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Cinque motivi per cui una vacanza studio all’estero è una MUST EXPERIENCE!

Agita e spaventa i genitori per una lunga serie di motivi: la paura della distanza, la mancanza di un controllo diretto, e ultima, ma sicuramente incisiva, l’ingenza della spesa economica. Eppure un’esperienza all’estero è un boost improvviso per la crescita e la responsabilizzazione di un adolescente, un’opportunità preziosa e imperdibile che si può rivelare uno dei migliori investimenti per l’educazione e la formazione.

Ecco quindi una sintesi dei 5 motivi per cui vale assolutamente la pena prendere in considerazione l’ipotesi di un viaggio studio all’estero:

  1. L’uscita dal nido: Essere soli in una nazione straniera crea inizialmente un forte disagio. Sapere che non basta una chiamata per essere raggiunti dai genitori, che sia per ottenere un passaggio oppure per risolvere un problema, è sicuramente un sentimento che destabilizza e inquieta. È però proprio questa sensazione di necessità di forza interiore che spinge a credere e a ricercare le proprie risorse personali, muovendosi spontaneamente verso una responsabilizzazione e una crescita di consapevolezza e fiducia in sé stessi.
  2. La responsabilizzazione: Uscire dal nido comporta essere adulti o per lo meno avere un’anticipazione di quello. Significa saper gestire il proprio tempo, il proprio spazio, i propri soldi e le proprie dinamiche. Scoprire come lavare i vestiti o come arrivare ad un appuntamento se non suona la sveglia, porta subito ad assaggiare la vita da adulti. Una prova generale che porta senza dubbio riflessioni e benefici. 
  3. La rottura della comfort zone: Piace a tutti, bambini, adolescenti o adulti. La zona di comfort dona sicurezza, protezione e placa i pensieri. Quando la vita costringe ad uscirne ci si ritrova spiazzati e spaesati, ma successivamente sprona e stimola e induce a crescere. Abituarsi a conoscere da giovani il lato positivo dell’out of the comfort zone, prepara al cambiamento e allena lo stimolo di adattamento. 
  4. Nuovi legami ed amicizie: Ogni relazione ci regala qualcosa, apre i nostri orizzonti e allarga la nostra conoscenza. Tendiamo a circondarci di persone che ci assomigliano e che la vedono come noi, ma sono proprio le amicizie sorprendenti e inaspettate quelle a creare i legami più profondi e duraturi nel tempo. Vivere un’esperienza all’estero apre la possibilità di creare contatti e relazioni ricche di novità e nuovi punti di vista. 
  5. Un vero full immersion linguistico: In Italia, si sa, i docenti di lingua straniera sono raramente madrelingua e quello che impariamo è un inglese, un francese, uno spagnolo o un tedesco, accademico, grammaticalmente corretto, ma privo di quella densità e freschezza della lingua parlata dai native speakers. Prendere il pane, ordinare al ristorante, chiedere informazioni o relazionarsi con i local, costringe a conoscere il cuore pulsante della lingua, la parte viva e in continua evoluzione, quella che mostra la vera forma mentis di un paese e di una popolazione che non sia la propria. Insegna ad esprimere i sentimenti, le idee e la gestualità corporea in un modo nuovo e diverso, aprendo la mente a nuovi schemi o rompendo quelli troppo rigidi già presenti. 

Un’esperienza all’estero quindi, che sia in un’host family, in un college o in un appartamento privato, è come un viaggio condensato che rimarrà indelebile nella memoria di chi ha la fortuna di viverlo. Può durare un paio di  settimane, un mese o un’estate, può essere a distanza di treno, di macchina o di aereo transoceanico, ma sarà senza alcun dubbio una parentesi di vita che rimarrà nei ricordi come un punto di svolta, un piolo più in alto della vita, una piccola tappa di crescita personale. 

Una Must Experience di cui si sarà sempre grati!

Eleonora G.

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Distrazioni Intelligenti: Quando le Pause Potenziano Studio e Lavoro

Le pause durante lo studio o il lavoro sono considerate momenti di distrazione da evitare nel modo più assoluto.
Non si mantiene la concentrazione, ci si sente meno invogliati, si perde tempo... ma non è sempre così!

Infatti, c’è un tipo di pausa che oltre ad offrire un sollievo temporaneo, arricchisce anche l'esperienza di apprendimento o lavorativa: la "distrazione a tema".
Questo approccio intelligente consiste nel dedicarsi brevemente ad attività correlate al compito principale, rendendo le pause non solo ristoratrici ma anche produttive!

Concentrazione e pause rigeneranti
Quando si rimane concentrati troppo a lungo, possono verificarsi un calo dell'attenzione e della produttività.
Si corre poi il rischio di non saper più andare avanti e non trovare la motivazione a portare a termine quello che si sta facendo.

Le pause regolari invece, al contrario di quello che si possa pensare, sono fondamentali per mantenere alta la performance e ridurre lo stress accumulato.
Infatti non c’è nulla di sbagliato nel prendersi una pausa rigenerante, anzi.
In questo modo diamo al nostro cervello il tempo di processare le informazioni acquisite, e magari riusciamo a vedere un problema nel quale eravamo intrappolati sotto un’altra prospettiva.

Il concetto di "distrazione a tema"
La "distrazione a tema" implica orientare le pause verso attività collegate al compito principale.
Ad esempio, uno studente che trova impegnativo o noioso lo studio dell'antica Grecia potrebbe prendersi una pausa per esplorare le divinità dell'Olimpo e tutte le loro curiosità.
Questo non solo offre un momento di relax, ma arricchisce anche la comprensione del contesto storico e culturale.
Analogamente, un professionista che affronta un compito monotono o pesante potrebbe cercare notizie divertenti o approfondimenti sul tema, rendendo l'attività più stimolante, significativa e completa.

Benefici della "distrazione a tema"
- Apprendimento integrato: approfondire aspetti correlati al tema principale facilita l'acquisizione di nuove conoscenze senza allontanarsi troppo dal focus iniziale;
- facilità nel riprendere il compito: poiché la pausa è tematicamente collegata, è più semplice ritornare all'attività principale con rinnovata concentrazione e interesse;
- aumento della motivazione: scoprire elementi nuovi e interessanti può ravvivare l'entusiasmo e la motivazione.

Implementazione pratica
- pianificazione delle pause: stabilire intervalli regolari, assicurandosi che siano sufficientemente brevi da non interrompere il flusso di lavoro, ma abbastanza lunghe da offrire un reale beneficio;
- scelta di attività pertinenti: optare per attività che siano direttamente o indirettamente collegate al compito principale, garantendo che la pausa sia educativa.

Hai ancora dubbi?
La "distrazione a tema" rappresenta un equilibrio tra pausa e produttività, offrendo un metodo efficace per mantenere alta la concentrazione e arricchire l'esperienza di apprendimento o lavorativa.

Integrando queste pause strategiche nella routine quotidiana, studenti e professionisti possono migliorare il loro benessere generale e la qualità del lavoro svolto.

Lorenza M.

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