LA DIVERSITA'

Mi sono trasferita in Italia a cinque anni, per me era un mondo completamente diverso dalla mia meravigliosa India.

Sono stata sin dall’inizio una ragazza curiosa di tutto ciò che mi circondava e pronta a fare nuove amicizie. Ma questo mio entusiasmo nel conoscere altre persone, penso che non sia quasi mai stato reciproco.

Axel Honneth dice che ‘sta nell’esperienza del riconoscimento reciproco, la possibilità di stabilire un rapporto positivo con sé stessi’. Ma esistono due forme di riconoscimento: una positiva ed una negativa. Ahimè, io nella mia infanzia ed adolescenza sono venuta più a contatto con forme negative, che positive. Ho sempre percepito una sorta di discriminazione nei miei confronti da parte dei miei compagni, solo perché avevo una carnagione diversa dalla loro e provenivo da un altro paese. Non mi dimenticherò mai quando un bambino mi disse: ‘Non toccarmi! Mi potresti sporcare!’.

Durante la mia fase di crescita ho provato odio verso diverse piccole cose, alle quali nessuno presta molta attenzione. Odiavo l’ora della ricreazione, perché era quel momento dove si creavano dei gruppetti, tutti ridevano e scherzavano tra di loro, mentre io facevo merenda da sola. Odiavo quando le insegnanti decidevano di cambiare il compagno di banco, perché nessuno si voleva sedere vicino a me. Odiavo quando bisognava fare le squadre per giocare a pallamano, perché ero sempre l’ultima ad essere scelta. Persino odiai la mia provenienza, perché se fossi stata italiana, magari tutto sarebbe stato più ‘normale’.

L’unico periodo dove sono stata a contatto con delle forme positive di riconoscimento, è stato il biennio. Qui ho conosciuto la mia migliore amica, che adesso è come una sorella. Lei è stata una delle poche persone che mi ha stimata ed apprezzata, per quella che sono. I primi due anni di liceo sono stati indimenticabili per me, finalmente anch’io avevo qualcuno che mi voleva bene.

Ma purtroppo nel mio destino c’era scritto qualcos’altro. Infatti, mio padre dovette cambiare lavoro, ciò comportò un trasferimento dalla Basilicata al Veneto e i successivi tre anni di liceo furono un incubo. Mi trovai in una forma di coercizione e questo solo per colpa mia. Pur di non stare da sola, decisi di frequentare persone tossiche, una delle decisioni più brutte della mia vita. So che c’è un detto, che afferma: ‘Meglio soli, che mal accompagnati’, ma dopo aver sofferto sin dall’infazia di solitudine, non avevo alcuna voglia di rimanere nuovamente da sola (anche se devo dire la verità, quei tre anni sono comunque stati degli anni pieni di solitudine. Pur circondata da persone, mi sono sempre sentita lontana da tutti e c’era un vortice dentro di me, che mi divorava sempre di più, col passare del tempo).

Questo essere diversa, non l’ho provato solo nella mia vita scolastica, bensì anche nella mia vita quadidiana. Mi ricordo quando io e mio padre andavamo a fare compere e molte volte il negoziante sbuffava in faccia a mio padre, perché faceva fatica a parlare italaino. Posso dire che, non c’è quasi mai stato un senso di ‘empatia’. 

Tutti questi episodi mi hanno quasi sempre portata ad un processo di stigmatizzazione, ovvero, autoesclusione, dove ho sempre provato un senso di vergogna ed imbarazzo. Mi chiedevo spesso cosa avessi fatto di male, per non meritarmi qualche amico. E a cosa servisse la mia esistenza, se dovevo solo soffrire.

Ma tutto ciò che mi è capitato, mi ha anche insegnato molto. E soprattutto ad amare la diversità, che è una cosa bellissima. Mi piange il cuore quando penso alla me del passato, perché non sono mai riuscita a difendere la mia cultura e me stessa. Ma devo anche ammettere che se non avessi fatto certe esperienze, oggi, non sarei quella che sono e soprattutto innamorata delle mie origini.

Non dimentichiamo che la diversità delle culture, delle filosofie e delle invenzioni hanno permesso la nascita e lo sviluppo delle varie civiltà.

Molte persone anche oggi, purtroppo, soffrono di discriminazione e io voglio dire a tutte queste persone di non aver paura di essere sè stesse e non arrendersi mai. La vita è una sola, godetevela. Andate sempre avanti, dritti per la vostra strada, realizzando i vostri sogni. E soprattutto, non tenetevi il dolore dentro, apritevi! Vi assicuro che vi sentirete meglio con voi stessi. E non abbiate paura nell'alzare la vostra voce, contro chi non vi rispetta.

La diversità è una ricchezza e non una forma di inferiorità.

-Hk

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