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PIANIFICARE: ARMA VINCENTE O PERDITA DI TEMPO?

 

Quanti di voi hanno giorno per giorno schematizzato quali materie studiare, quanti esercizi fare, e che materie lasciare da parte per i giorni successivi?

La pianificazione delle attività (in inglese va tanto di moda il termine “planning”, applicato soprattutto al mondo del lavoro) legate allo studio è spesso sottovalutata dagli studenti e viene vista dai più come “una perdita di tempo”.

Tutti pensiamo di sapere esattamente quello che dobbiamo fare e di avere la situazione sotto controllo per tutte le materie.

Ma questo è un grosso errore, o quantomeno una mancanza che ci può fare perdere per strada qualche voto in più nella prossima verifica o nel prossimo esame universitario.

 

Vediamo perché.

 

1 – Pianificare è una parte dello studio

Per riuscire a fare un planning efficace e utilizzabile nel tempo, è opportuno analizzare prima velocemente (ma con una certa attenzione) tutto ciò che andremo poi a studiare.

Per esempio, se in una materia ho tre capitoli da studiare, occorre analizzarli per capire se tutti e tre sono di difficoltà uguale, se qualcuno è molto più lungo, vedere gli argomenti di cui parlano ed eventualmente identificare i sotto-capitoli, ecc.

Ecco che, senza avere ancora “studiato” niente, già ci siamo creati un percorso mentale di ciò che andremo a fare e abbiamo acquisito familiarità con gli argomenti.

 

2 – Pianificare: calcolare la mole di lavoro

Per riuscire a stabilire in quante ore (o in quanti giorni) si può studiare un determinato capitolo o eseguire un certo numero di esercizi, occorre calcolare quanto tempo queste attività possono portarmi via.

Questo ci permette di stilare una lista di attività da concludere in un certo giorno, sapendo anche che in quel giorno avrò un allenamento, un impegno a scuola extra, o altro. Ecco che posso distribuire il carico totale come meglio penso di poterlo gestire.

 

3 – Gli obiettivi di studio devono essere sostenibili

L’obiettivo da raggiungere per ciascun giorno non deve essere né troppo ambizioso né troppo poco corposo. Nel primo caso non riuscirò mai ad arrivare preparato per i miei obiettivi (verifiche, esami, interrogazioni, consegne di relazioni, …), mentre nel secondo caso metterò una spunta all’attività ma non mi sentirò mai veramente pronto.

Un’attività pianificata deve essere raggiungibile e, allo stesso tempo, sfidante. Questo si impara solo con l’esercizio.

 

4 –Miglioramento dell’autostima

Quando concludo ciò che mi ero prefissato, posso sicuramente essere fiero di me stesso.

Per capire se ho finito davvero quel punto, devo però essere davvero onesto con me stesso: l’esercizio che ho fatto l’ho davvero capito e saprei rifarlo?

Le pagine che ho studiato le ho capite fino in fondo?

La formula che ho dimostrato la maneggio in maniera soddisfacente?

Ecco che punto dopo punto arrivo a una scadenza con la consapevolezza che il mio lavoro di studente è stato fatto.

 

5 – All’università senza pianificazione si perdono sessioni d’esame

Tutto quanto abbiamo detto vale senza dubbio sia per le scuole superiori che per l’università.

Per gli studenti universitari questo però assume una connotazione ancora più cruciale, in quanto nessuno ti dà “i compiti” volta per volta, e gli esami sono spesso concentrati in pochi giorni.

Chi l’ha frequentata, sa che l’università può essere molto difficile, ma allo stesso tempo ti può dare dei periodi di “ferie” quando si riesce a concludere positivamente una sessione d’esame.

 

Quindi, pianificare è davvero una perdita di tempo oppure significa risparmio di tempo e denaro?

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