Cinque motivi per cui una vacanza studio all’estero è una MUST EXPERIENCE!

Agita e spaventa i genitori per una lunga serie di motivi: la paura della distanza, la mancanza di un controllo diretto, e ultima, ma sicuramente incisiva, l’ingenza della spesa economica. Eppure un’esperienza all’estero è un boost improvviso per la crescita e la responsabilizzazione di un adolescente, un’opportunità preziosa e imperdibile che si può rivelare uno dei migliori investimenti per l’educazione e la formazione.

Ecco quindi una sintesi dei 5 motivi per cui vale assolutamente la pena prendere in considerazione l’ipotesi di un viaggio studio all’estero:

  1. L’uscita dal nido: Essere soli in una nazione straniera crea inizialmente un forte disagio. Sapere che non basta una chiamata per essere raggiunti dai genitori, che sia per ottenere un passaggio oppure per risolvere un problema, è sicuramente un sentimento che destabilizza e inquieta. È però proprio questa sensazione di necessità di forza interiore che spinge a credere e a ricercare le proprie risorse personali, muovendosi spontaneamente verso una responsabilizzazione e una crescita di consapevolezza e fiducia in sé stessi.
  2. La responsabilizzazione: Uscire dal nido comporta essere adulti o per lo meno avere un’anticipazione di quello. Significa saper gestire il proprio tempo, il proprio spazio, i propri soldi e le proprie dinamiche. Scoprire come lavare i vestiti o come arrivare ad un appuntamento se non suona la sveglia, porta subito ad assaggiare la vita da adulti. Una prova generale che porta senza dubbio riflessioni e benefici. 
  3. La rottura della comfort zone: Piace a tutti, bambini, adolescenti o adulti. La zona di comfort dona sicurezza, protezione e placa i pensieri. Quando la vita costringe ad uscirne ci si ritrova spiazzati e spaesati, ma successivamente sprona e stimola e induce a crescere. Abituarsi a conoscere da giovani il lato positivo dell’out of the comfort zone, prepara al cambiamento e allena lo stimolo di adattamento. 
  4. Nuovi legami ed amicizie: Ogni relazione ci regala qualcosa, apre i nostri orizzonti e allarga la nostra conoscenza. Tendiamo a circondarci di persone che ci assomigliano e che la vedono come noi, ma sono proprio le amicizie sorprendenti e inaspettate quelle a creare i legami più profondi e duraturi nel tempo. Vivere un’esperienza all’estero apre la possibilità di creare contatti e relazioni ricche di novità e nuovi punti di vista. 
  5. Un vero full immersion linguistico: In Italia, si sa, i docenti di lingua straniera sono raramente madrelingua e quello che impariamo è un inglese, un francese, uno spagnolo o un tedesco, accademico, grammaticalmente corretto, ma privo di quella densità e freschezza della lingua parlata dai native speakers. Prendere il pane, ordinare al ristorante, chiedere informazioni o relazionarsi con i local, costringe a conoscere il cuore pulsante della lingua, la parte viva e in continua evoluzione, quella che mostra la vera forma mentis di un paese e di una popolazione che non sia la propria. Insegna ad esprimere i sentimenti, le idee e la gestualità corporea in un modo nuovo e diverso, aprendo la mente a nuovi schemi o rompendo quelli troppo rigidi già presenti. 

Un’esperienza all’estero quindi, che sia in un’host family, in un college o in un appartamento privato, è come un viaggio condensato che rimarrà indelebile nella memoria di chi ha la fortuna di viverlo. Può durare un paio di  settimane, un mese o un’estate, può essere a distanza di treno, di macchina o di aereo transoceanico, ma sarà senza alcun dubbio una parentesi di vita che rimarrà nei ricordi come un punto di svolta, un piolo più in alto della vita, una piccola tappa di crescita personale. 

Una Must Experience di cui si sarà sempre grati!

Eleonora G.

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Distrazioni Intelligenti: Quando le Pause Potenziano Studio e Lavoro

Le pause durante lo studio o il lavoro sono considerate momenti di distrazione da evitare nel modo più assoluto.
Non si mantiene la concentrazione, ci si sente meno invogliati, si perde tempo... ma non è sempre così!

Infatti, c’è un tipo di pausa che oltre ad offrire un sollievo temporaneo, arricchisce anche l'esperienza di apprendimento o lavorativa: la "distrazione a tema".
Questo approccio intelligente consiste nel dedicarsi brevemente ad attività correlate al compito principale, rendendo le pause non solo ristoratrici ma anche produttive!

Concentrazione e pause rigeneranti
Quando si rimane concentrati troppo a lungo, possono verificarsi un calo dell'attenzione e della produttività.
Si corre poi il rischio di non saper più andare avanti e non trovare la motivazione a portare a termine quello che si sta facendo.

Le pause regolari invece, al contrario di quello che si possa pensare, sono fondamentali per mantenere alta la performance e ridurre lo stress accumulato.
Infatti non c’è nulla di sbagliato nel prendersi una pausa rigenerante, anzi.
In questo modo diamo al nostro cervello il tempo di processare le informazioni acquisite, e magari riusciamo a vedere un problema nel quale eravamo intrappolati sotto un’altra prospettiva.

Il concetto di "distrazione a tema"
La "distrazione a tema" implica orientare le pause verso attività collegate al compito principale.
Ad esempio, uno studente che trova impegnativo o noioso lo studio dell'antica Grecia potrebbe prendersi una pausa per esplorare le divinità dell'Olimpo e tutte le loro curiosità.
Questo non solo offre un momento di relax, ma arricchisce anche la comprensione del contesto storico e culturale.
Analogamente, un professionista che affronta un compito monotono o pesante potrebbe cercare notizie divertenti o approfondimenti sul tema, rendendo l'attività più stimolante, significativa e completa.

Benefici della "distrazione a tema"
- Apprendimento integrato: approfondire aspetti correlati al tema principale facilita l'acquisizione di nuove conoscenze senza allontanarsi troppo dal focus iniziale;
- facilità nel riprendere il compito: poiché la pausa è tematicamente collegata, è più semplice ritornare all'attività principale con rinnovata concentrazione e interesse;
- aumento della motivazione: scoprire elementi nuovi e interessanti può ravvivare l'entusiasmo e la motivazione.

Implementazione pratica
- pianificazione delle pause: stabilire intervalli regolari, assicurandosi che siano sufficientemente brevi da non interrompere il flusso di lavoro, ma abbastanza lunghe da offrire un reale beneficio;
- scelta di attività pertinenti: optare per attività che siano direttamente o indirettamente collegate al compito principale, garantendo che la pausa sia educativa.

Hai ancora dubbi?
La "distrazione a tema" rappresenta un equilibrio tra pausa e produttività, offrendo un metodo efficace per mantenere alta la concentrazione e arricchire l'esperienza di apprendimento o lavorativa.

Integrando queste pause strategiche nella routine quotidiana, studenti e professionisti possono migliorare il loro benessere generale e la qualità del lavoro svolto.

Lorenza M.

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L’ARTE COME STRUMENTO TERAPEUTICO

Oggi vorrei parlare di qualcosa di cui molti di voi probabilmente si sono già accorti.

In modo inconscio sicuramente, ma è una cosa con cui abbiamo a che fare noi tutti e praticamente ogni giorno.

Avete presente quella sensazione di tristezza, malinconia, solitudine, che magicamente scompare quando suoniamo il nostro strumento preferito, ci mettiamo a dipingere usando mille colori oppure quando usiamo la nostra passione per creare e costruire qualcosa di nuovo?

Non è una casualità, ma una vera e propria cura per l’anima ed il corpo.

Sto parlando dell’arte in tutte le sue forme, usata come strumento terapeutico di guarigione!

Vediamo innanzitutto come viene definita questa forma terapeutica: è un insieme di trattamenti psicoterapeutici in cui il principale strumento è l’espressione artistica, in qualsiasi forma essa sia, in cui la finalità è promuovere la salute e favorire la guarigione.

Non importa quali e quante risorse vengano utilizzate; sono le potenzialità che ognuno di noi possiede ad essere le protagoniste, al fine di elaborare il proprio vissuto e gli stati d’animo esprimendoli creativamente.

Esternare quello che si porta dentro fornisce una maggiore conoscenza e consapevolezza personale.
Da sempre infatti l’arte è considerata una forma di comunicazione vera e propria.

Il focus dell’arteterapia è il processo creativo in sé, non il risultato.
Insomma, a nessuno importerà se il tuo disegno assomiglia più ad un Picasso o ad un Monet o se suoni qualche nota stonata o se ancora cucinando una torta non sarà come quelle viste in tv!

L'arte è, in sostanza, un’esperienza sensoriale carica di profondi contenuti personali.

Un approccio medico/psicoterapeutico all’arteterapia è molto importante.
La produzione artistica infatti può alleviare lo stress e l’ansia, creando una risposta fisiologica di rilassamento e modificando lo stato d’animo.

Il lavoro arteterapeutico però non può essere indipendente da un lavoro medico/psicologico: entrambi i percorsi vanno portati avanti contemporaneamente al fine di darsi supporto l’uno all’altro.

Ma quando si sono accorti che l’arte potesse fornire un sostegno così importante alla salute delle persone?
Come hanno capito che esprimere sé stessi potesse aiutare a stare meglio e far guarire da determinate patologie o emozioni negative?

Questo processo ha indubbiamente radici che risalgono molto indietro nella storia.
Il percorso delle arti creative e curative ha inizio fin dall’antichità.
Infatti l’essere umano ha sempre percepito il bisogno di esprimersi.

Ma è solo con l’avvento della psicoanalisi (primi anni del XX secolo) che incrementa l’interesse degli psichiatri per l’arte dei loro pazienti.

Si dovette però aspettare che Freud sviluppasse le sue teorie dell’inconscio e sulle immagini oniriche per poter creare una relazione tra psiche ed espressione visiva.
Il prodotto artistico viene quindi considerato uno specchio del mondo interno del paziente, delle sue strutture mentali e dei suoi processi psichici e la creazione artistica in diventa materiale di interpretazione per l’analista.

Anche Carl Jung si interessò a questo processo terapeutico.
Ma mentre Freud si concentrava sul prodotto artistico, Jung poneva l’attenzione sul processo creativo come mezzo per esprimere le immagini dell’inconscio.

Ma in seguito, le vere fondatrici dell’arteterapia vennero individuate come Margaret Naumburg e Edith Kramer.

M. Naumburg considerava l’espressione artistica un modo per manifestare le proprie fantasie inconsce.
Ai pazienti chiedeva di disegnare i contenuti dei loro sogni.
Dovevano rilassarsi e scarabocchiare su un foglio di carta, tracciando senza pensarci linee continue e fluttuanti senza mai staccare lo strumento utilizzato.

E. Kramer, considerava l'arteterapia come un mezzo di sostegno dell’Io, capace di favorire lo sviluppo dell’identità personale e di promuovere una crescita interiore.

Ai giorni nostri questa forma di guarigione viene affiancata dai vari approcci terapeutici, con lo scopo di promuovere l’autoconsapevolezza e l’accettazione di sé, sviluppare abilità relazionali e comunicative.

Quindi non vi è un’arte migliore di un’altra.
Non c’è un bravo artista o uno cattivo.
Quello che conta è stare meglio, crescere, esternare tutte quelle sensazioni ed esperienze negative.

Pertanto che siate propensi alla pittura, alla scultura, al canto, a cucinare, a suonare uno strumento, alla danza, non importa: l’obiettivo è trovare il vostro percorso personale di guarigione attraverso l’espressione del vostro vero Io.

Non serve essere esperti.
Bisogna solo essere esperti del proprio benessere.

Buona arte a tutti!

Lorenza M

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Gestire l'ansia prima degli esami: si può!

Gli esami possono essere una fonte significativa di stress e ansia per molti studenti. Ma non temere! Esistono diverse strategie che possono aiutare a gestire l'ansia e a migliorare le performance durante gli esami. In questo articolo, esploreremo insieme alcune tecniche pratiche per affrontare l'ansia pre-esame e prepararsi in modo efficace?

Una buona preparazione è il primo passo per ridurre l'ansia. Una serie di azioni preliminari possono senz’altro risultare fondamentali per la buona riuscita dell’esame:

Pianificazione: inizia a studiare con largo anticipo rispetto alla data dell'esame e pianifica il tempo di studio in modo da coprire tutti gli argomenti con calma.

Revisione regolare: rivedi regolarmente le materie studiate per evitare di accumulare troppo lavoro all'ultimo momento.

Gestione dei materiali di studio: assicurati di avere tutti i materiali necessari, come appunti, libri di testo e risorse online. Fatto ciò, organizza i materiali in modo ordinato.

Oltre a queste tecniche, che aiutano nella preparazione e rendono più sicuri di sè e delle proprie capacità, non bisogna dimenticare le tecniche di rilassamento che, se inserite nella routine quotidiana, possono essere un valido aiuto nella gestione dello stress. Eccone alcune:

1) Respirazione profonda: esegui esercizi di respirazione profonda per calmare la mente e ridurre l'ansia. Inspira profondamente ed espira lentamente.

2) Meditazione: la meditazione può aiutare a ridurre lo stress e migliorare la concentrazione. Dedica qualche minuto al giorno alla meditazione guidata, puoi anche trovare tanti strumenti online per farlo!

3) Esercizio fisico: l'attività fisica regolare può alleviare lo stress e migliorare l'umore. Anche una breve passeggiata può fare la differenza.

4) Ultimo, ma non per importanza, è affrontare l'esame con le giuste strategie, e quindi adottare una serie di tecniche che possono contribuire a ridurre l’ansia e che ti aiuteranno a sentire di avere la situazione sotto controllo. In particolare è fondamentale:

  • Leggere o ascoltare le istruzioni: leggi o ascolta attentamente tutte le istruzioni prima di iniziare l'esame. Assicurati di comprendere correttamente le domande.
  • Gestire il tempo: suddividi il tempo a disposizione in modo da dedicarti adeguatamente a ciascuna domanda. Se una domanda ti sembra difficile, passa a quella successiva e torna indietro più tardi.
  • Restare calmi: se senti l'ansia aumentare durante l'esame, prendi qualche respiro profondo e cerca di calmarti. Ricorda che l'ansia può influenzare la tua performance, quindi cerca di mantenere la calma e fai affidamento sulla tua preparazione!

Concludendo, gestire l'ansia prima degli esami è essenziale per ottenere buoni risultati. Con una preparazione adeguata, l'adozione di tecniche di rilassamento e il controllo in sede di esame, è possibile ridurre significativamente lo stress e migliorare la concentrazione. Ricorda, è importante prendersi cura del proprio benessere mentale e fisico durante il periodo di preparazione agli esami, così potrai dare il meglio di te stesso!

Chiara F.

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Cose che mi hanno Segnato come Studente DSA: Riflessioni e Consigli per gli Insegnanti

Come studente con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), ho vissuto diverse esperienze che hanno lasciato un segno profondo nel mio percorso scolastico. Vorrei condividere alcune di queste esperienze non per criticare, ma per offrire una prospettiva che possa essere utile agli insegnanti. Comprendere il punto di vista di unə studentə con DSA può aiutare a creare un ambiente di apprendimento più inclusivo e favorevole a tuttə. Spero che queste riflessioni possano essere uno spunto per migliorare il supporto a chi, come me, affronta quotidianamente le sfide dell’apprendimento.

1. “I Tuoi Schemi Sono Sbagliati” senza Mai Ricevere Consigli Utili

Una delle esperienze che mi ha segnato profondamente è stata quella di sentirmi dire spesso che i miei schemi erano sbagliati, senza però ricevere indicazioni su come migliorarli. Per me, come per molti altri ragazzə con DSA, creare schemi o mappe concettuali è un modo fondamentale per organizzare le informazioni e cercare di comprenderle meglio. Quando mi veniva detto che i miei schemi non andavano bene, senza però suggerirmi un metodo alternativo o senza spiegarmi come renderli più efficaci, mi sentivo frustratə e disorientatə. In questi momenti, sarebbe stato di grande aiuto ricevere un feedback costruttivo, qualcosa che mi permettesse di capire dove stessi sbagliando e come potessi migliorare.

2. Rimanere Indietro per Paura di un Approccio Negativo

Un altro aspetto che mi ha segnato è stato l’atteggiamento degli insegnanti verso chi faticava a stare al passo con il resto della classe. Ogni volta che trovavo maggiore difficoltà in un argomento, preferivo rimanere indietro e non chiedere aiuto. Questo accadeva perché percepivo un approccio poco empatico e positivo da parte degli insegnanti verso chi aveva bisogno di più tempo per capire o per svolgere un compito. La paura di essere giudicatə o di ricevere un rimprovero mi frenava dal chiedere chiarimenti. Se ci fosse stato un ambiente più accogliente e un incoraggiamento a non avere timore di esprimere le proprie difficoltà, avrei probabilmente avuto il coraggio di cercare il supporto di cui avevo bisogno.

3. “Devi Solo Studiare di Più”: Una Risposta Demoralizzante

Infine, una delle frasi che mi ha maggiormente scoraggiato è stata “Devi solo studiare di più”, spesso usata come risposta alle interrogazioni andate male. Per unə studentə con DSA, questa frase può essere particolarmente dolorosa perché presuppone che la difficoltà dipenda unicamente dalla mancanza di impegno. La realtà è che, nonostante molte ore di studio, a volte mi trovavo comunque in difficoltà durante un’interrogazione. Spesso era dovuto al fatto che, pur avendo studiato, non riuscivo a formulare le risposte a causa della confusione nei miei pensieri. La pressione di dover dimostrare quanto appreso sotto stress e in tempi brevi può essere schiacciante. Avere un insegnante che capisca queste difficoltà e che sappia offrire supporto e comprensione piuttosto che semplici direttive generiche potrebbe fare una grande differenza nel nostro percorso scolastico.

Consigli per gli Insegnanti: Creare un Ambiente di Supporto e Ascolto

Alla luce delle esperienze che ho vissuto, vorrei offrire alcuni consigli agli insegnanti che potrebbero aiutare altri ragazzə come me a sentirsi più supportati e motivati:

1.Dare Feedback Continui e Costruttivi

Fornire feedback continui e dettagliati è fondamentale per aiutarci a capire non solo dove stiamo sbagliando, ma anche come possiamo migliorare. Un feedback costruttivo ci aiuta a crescere e a sviluppare le nostre capacità, mentre un giudizio negativo o poco chiaro può demoralizzarci e farci sentire incapaci.

2.Chiedere se va Tutto Bene e Offrire Aiuto Proattivamente

A volte, semplicemente chiedere a unə studentə se va tutto bene può fare una grande differenza. Anche se inizialmente la risposta potrebbe essere un “No, va tutto bene”, il fatto di sapere che l’insegnante è disponibile e disposto ad aiutare può incoraggiare a chiedere supporto in futuro. Mostrare interesse e disponibilità in modo proattivo crea un ambiente più sicuro e inclusivo.

3.Evitare Frasi Semplicistiche e Demoralizzanti

Frasi come “Devi solo studiare di più” possono sembrare innocue, ma per unə studentə con DSA possono avere un impatto negativo. È importante riconoscere che il nostro impegno è già alto e che le difficoltà che affrontiamo non derivano dalla mancanza di volontà o impegno, ma da un modo diverso di apprendere.

Conclusione

Come studente con DSA, ho imparato molto dalle mie esperienze scolastiche, sia positive che negative. Gli insegnanti hanno un ruolo cruciale nel creare un ambiente di apprendimento inclusivo e di supporto. Piccoli gesti, parole di incoraggiamento e una maggiore comprensione possono fare una grande differenza nella vita di unə ragazzə con DSA. Spero che queste riflessioni possano essere d’aiuto per migliorare il percorso educativo di tanti altrə. Grazie per l’attenzione e per l’impegno che mettete nel vostro lavoro!

Alessia Z.

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