• Home
  • Blog
  • 5 BUONI MOTIVI PER DEDICARSI AGLI STUDI UMANISTICI

5 BUONI MOTIVI PER DEDICARSI AGLI STUDI UMANISTICI

Indice articoli

 

Nel mondo di oggi, dove la tecnologia sta ormai diventando sempre più parte del nostro quotidiano e la capacità di gestione delle risorse informatiche sembra ormai imprescindibile, la domanda sorge spontanea: vale ancora la pena scommettere sulle materie umanistiche?  Si può essere competitivi nel mondo del lavoro con una laurea in lettere, filosofia o storia? La risposta è sì , ed ecco cinque buoni motivi per cui dedicarsi a queste materie può essere positivo:

1.     LA CAPACITA’ DI CRITICA E ANALISI.

In un mondo sempre più informatizzato come il nostro, il vantaggio di chi si dedica allo studio di materie umanistiche, come la filosofia, è lo sviluppo di una grande capacità di analisi di ciò che avviene: non si tratta quindi di una ricezione passiva di dati ed informazioni, ma soprattutto la capacità di interiorizzare queste nozioni e di riuscire a costruire un pensiero critico relativo ad esse. Questa capacità di analisi è molto importante per vari settori e peculiare per varie figure lavorative: basti pensare a quella del giornalista, dove la capacità di analisi del mondo fa la differenza fra un giornalista bravo, che riporta semplicemente i fatti che accadono, e un giornalista di successo, capace di fornire un’analisi  dettagliata degli stessi.

2.     ADATTAMENTO A VARI SETTORI LAVORATIVI.

Uno dei luoghi comuni che si sente più spesso è relativo alla mancanza di lavoro per laureati umanistici e alla settorialità a cui sono destinati. Non è così, dal momento che grazie alle capacità già descritte  nel punto precedente il laureato in studi umanistici può vantare una capacità di adattamento a diversi ambiti lavorativi, anche in quelli in cui non è stato preparato dal suo percorso di studi. Si tratta di una capacità che solitamente non pertiene ad un laureato in materie scientifiche, più preparato in uno specifico ambito e settore.


3.     SBOCCHI LAVORATIVI.

Strettamente legato al punto precedente, quello degli sbocchi lavorativi dopo la laurea è sempre stato un nodo fondamentale per quanto riguarda gli studi umanistici: uno dei maggiori luoghi comuni era il fatto di ritrovarsi disoccupati, oppure di essere “costretti” a poche scelte lavorative, due su tutte editoria ed insegnamento. Ma secondo le ultime analisi non è così, anzi: la rivalsa è dovuta proprio al boom tecnologico che il mondo sta vivendo, e che ricerca sempre più laureati umanistici. Secondo la ricerca “Il lavoro in Italia nel 2027”, effettuata nel 2017 da ExpoTraining ,che ha confrontato le opinioni di oltre 500 importanti manager, il 24% degli intervistati ha dichiarato che le materie sempre più richieste in futuro saranno proprio lettere, filosofia e storia. La tecnologia ha permesso inoltre sbocchi lavorativi prima impensabili, nel campo della robotica e dell’I.A (intelligenza artificiale),  dove sono richiesti esperti in semiotica e linguistica, al fine di istruire macchine robotiche attraverso il metodo del “machine learning”.

4.     LO STIPENDIO.

Un altro tema caldo, quello relativo allo stipendio dei laureati in materie umanistiche: abbiamo prima sfatato i falsi miti relativi alla posizione occupazionale , e per fortuna anche sullo stipendio medio le notizie sono positive.  Nonostante le medie di reddito annuali siano comunque inferiori rispetto ai colleghi dei settori scientifici, gli stipendi dei laureati umanistici sono in linea con molti altri corsi di studio. Secondo recenti dati promossi da Almalaurea, i laureati triennali prendono in media 1.104 euro al mese, quelli magistrali circa 1.153 euro. A cinque anni dalla laurea i dati migliorano, arrivando a 1.362 euro per i triennali e 1.405 euro per i magistrali.

UNO SGUARDO INDIETRO PER PREPARARSI AL FUTURO.

L’ultimo punto è quello che ritengo essere la vera “marcia in più” per chi si dedica agli studi in questo settore. Per citare Wang Shu, architetto e accademico cinese, “perdere il passato significa perdere il futuro”: è importante conoscere la propria storia, il proprio passato, le proprie radici, perché capire chi siamo permette di capire meglio chi possiamo diventare. Ed è questo che fanno le materie umanistiche, in particolare la storia, ci fanno riflettere sulle vicende del passato per ragionare meglio sulle vicende dell’avvenire, per imparare dagli errori e dalle lezioni di chi è venuto prima di noi.

Ecco dunque cinque buoni motivi per studiare le materie umanistiche, che stanno pian piano ritornando in auge sia nel mondo accademico che in quello lavorativo.

 

 

Vuoi rimanere aggiornato con il nostro blog? Iscriviti alla nostra newsletter!

Altri articoli che potrebbero interessarti

LA LIBRERIA