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5 BUONI MOTIVI PER DEDICARSI AGLI STUDI UMANISTICI

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3.     SBOCCHI LAVORATIVI.

Strettamente legato al punto precedente, quello degli sbocchi lavorativi dopo la laurea è sempre stato un nodo fondamentale per quanto riguarda gli studi umanistici: uno dei maggiori luoghi comuni era il fatto di ritrovarsi disoccupati, oppure di essere “costretti” a poche scelte lavorative, due su tutte editoria ed insegnamento. Ma secondo le ultime analisi non è così, anzi: la rivalsa è dovuta proprio al boom tecnologico che il mondo sta vivendo, e che ricerca sempre più laureati umanistici. Secondo la ricerca “Il lavoro in Italia nel 2027”, effettuata nel 2017 da ExpoTraining ,che ha confrontato le opinioni di oltre 500 importanti manager, il 24% degli intervistati ha dichiarato che le materie sempre più richieste in futuro saranno proprio lettere, filosofia e storia. La tecnologia ha permesso inoltre sbocchi lavorativi prima impensabili, nel campo della robotica e dell’I.A (intelligenza artificiale),  dove sono richiesti esperti in semiotica e linguistica, al fine di istruire macchine robotiche attraverso il metodo del “machine learning”.

4.     LO STIPENDIO.

Un altro tema caldo, quello relativo allo stipendio dei laureati in materie umanistiche: abbiamo prima sfatato i falsi miti relativi alla posizione occupazionale , e per fortuna anche sullo stipendio medio le notizie sono positive.  Nonostante le medie di reddito annuali siano comunque inferiori rispetto ai colleghi dei settori scientifici, gli stipendi dei laureati umanistici sono in linea con molti altri corsi di studio. Secondo recenti dati promossi da Almalaurea, i laureati triennali prendono in media 1.104 euro al mese, quelli magistrali circa 1.153 euro. A cinque anni dalla laurea i dati migliorano, arrivando a 1.362 euro per i triennali e 1.405 euro per i magistrali.

UNO SGUARDO INDIETRO PER PREPARARSI AL FUTURO.

L’ultimo punto è quello che ritengo essere la vera “marcia in più” per chi si dedica agli studi in questo settore. Per citare Wang Shu, architetto e accademico cinese, “perdere il passato significa perdere il futuro”: è importante conoscere la propria storia, il proprio passato, le proprie radici, perché capire chi siamo permette di capire meglio chi possiamo diventare. Ed è questo che fanno le materie umanistiche, in particolare la storia, ci fanno riflettere sulle vicende del passato per ragionare meglio sulle vicende dell’avvenire, per imparare dagli errori e dalle lezioni di chi è venuto prima di noi.

Ecco dunque cinque buoni motivi per studiare le materie umanistiche, che stanno pian piano ritornando in auge sia nel mondo accademico che in quello lavorativo.

 

 

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