UNIVERSITA'...QUALE?

La scelta dell’università è spesso motivo di disordine e di panico per i ragazzi. Io ci sono appena passata e posso affermare che in realtà permette di capire veramente cosa si desidera: si definiscono gli interessi e si impara un po' di più su se stessi. Partendo dal presupposto che si intende continuare il programma di studi, vorrei raccontare la mia esperienza per dare un consiglio e un aiuto a chi si sente un po' smarrito riguardo a questo argomento.

Dipende molto dalla persona, ma di norma si ha sempre un’idea di partenza, su cui si hanno più o meno dubbi. Sono pochi i casi in cui si è molto sicuri sulla strada che si vuole intraprendere, pertanto è importante capire che nessuna scelta è “giusta” finché non si ha capito veramente il valore che ha per te. Riflettere troppo non serve a tanto, ed iscriversi al primo corso che si trova libero è anch’esso controproducente.

Focalizzarsi sull’ottica lavorativa può essere un ottimo indice per chi ha già degli obiettivi o delle idee chiare, ma chi non sa da dove partire non si deve preoccupare perché il proprio desiderio si definisce piano piano. Bisogna abbandonarsi alle curiosità.

Io consiglio di partire pensando alle materie che incuriosiscono di più a scuola (oppure, per esclusione, quelle che piacciono di meno) e focalizzarsi sui corsi universitari che ne tengono conto: si deve pensare “gli argomenti di questo corso di laurea sono interessanti” anche se non si sa bene di cosa si andrà a trattare. Deve essere solo un punto di partenza.

Gli ambiti di studio sono veramente disparati (ci sono accademie dell’arte e musicali, università scientifiche, di economia, di psicologia, di formazione…) e a causa delle (quasi) infinite possibilità bisogna scegliere in modo razionale, senza però lasciare da parte il proprio pensiero più istintivo. Ad esempio, io amo il teatro e la fotografia, ma voglio che abbiano un’importanza marginale, di svago e passatempo. Mi è sempre piaciuta la scienza, e anche un po’ la matematica, ma non ho mai capito nulla di fisica, infatti ho scelto il corso di biotecnologie.

Dopo aver definito le proprie priorità bisogna focalizzarsi sul punto di vista con cui si vogliono approfondire questi argomenti. Ad esempio, ad un colloquio orientativo, la psicologa mi fece ragionare sul fatto che un corso ingegneristico (quale poteva essere ingegneria biomedica) sarebbe stato molto più improntato sulla fisica e sulla tecnica delle strumentazioni della biomedicina, cosa che non mi interessava veramente.

La scelta è molto personale, e bisogna trovare il corso che permetta di esprimere sé stessi al massimo e che accenda l’interesse. Io avevo il “problema” che mi interessavano un po' tutti i corsi, infatti, dopo un lungo periodo di riflessione, ho deciso di frequentare un corso che non limitasse il campo dei futuri ambiti lavorativi.

La comodità e il livello dell’università che si vuole frequentare vanno considerati come ultime circostanze, per definire quale università sia preferibile. È necessario porre attenzione sui trasporti e sul tempo che si impiega per raggiungere l’università poiché sono fattori importanti nella vita di tutti i giorni.

Il mio ultimo consiglio è quello di lasciare aperte più possibilità, anche se sono solo piani B, perché non si sa mai cosa può accadere. Conosco persone che si sono iscritti ad un corso momentaneamente, per poi cambiare (perché non sono riusciti ad entrare in graduatoria per l’immatricolazione al corso che desideravano) ma hanno scoperto una nuova passione e il corso li ha soddisfatti comunque. A me è capitato invece di perdere un anno, a causa della mia indecisione e poi ho scoperto che ciò accade a molti. In questo anno ho frequentato un corso che non era di mio interesse ma ho comunque dato l’esame di matematica, di fisica e di chimica, e ho spostato i crediti all’università in cui mi sono trasferita. Perciò non direi di aver effettivamente perso un anno poiché mi ha dato l’opportunità di capire meglio cosa voglio.

 AM

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