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Ecco perché dovresti iniziare a leggere gli autori del ‘900

 

 

Probabilmente, negli anni della vostra carriera scolastica, avrete affrontato (o affronterete) autori come Pirandello, D’annunzio, Pascoli, Svevo e tantissimi altri, probabilmente (e purtroppo) in maniera decisamente poco approfondita. Quando siamo a scuola, il più delle volte i testi che ci vengono proposti e le pagine che dobbiamo studiare sembrano un’infinita pergamena di noia, e la nostra foga di superare l’interrogazione fa quasi sempre passare in secondo piano ciò che stiamo leggendo. La pressione a cui siamo sottoposti ci impedisce di fare una sana e piacevole lettura, ma una volta preso coscienza di ciò, e nostro compito rimediare. Il ‘900 è stato un secolo decisamente importante, è stato il secolo delle avanguardie, delle tante correnti letterarie e artistiche che si intrecciavano tra di loro, il secolo delle guerre e della resistenza, del fascismo e della democrazia. Impossibile quindi, in un panorama così ampio, non trovare qualche libro che faccia al caso nostro. Capiterà sicuramente, anzi, di trovare un romanzo del ‘900 che sembri scritto apposta per noi. Ci sarebbe una serie infinita di motivi per darsi alla letteratura moderna, così lunga che forse è meglio iniziare con un brevissimo elenco di romanzi a modo loro unici. Un ottimo motivo per iniziare a esplorare la produzione letteraria novecentesca, lo troviamo in “Gli indifferenti” di Alberto Moravia. Un autore decisamente poco studiato a scuola, vero? La storia raccontata da Moravia è quella di cinque persone, una sorta di annoiata famiglia allargata borghese, ed è ambientata tra ville, feste e balli in una Roma degli ’20. Le loro esistenze sono caratterizzate dalla noia che sfocia in indifferenza, due mali che impediscono di dare una svolta alla propria vita, che rendono apatici e disinteressati a ciò che ci circonda. Questo romanzo, che a leggerlo sembra un po’ di stare a teatro, ci mette in guardia da un modo di affrontare la vita che sarebbe decisamente meglio evitare. Però, pensiamoci: quante volte avremmo dovuto, magari anche voluto dare una svolta alle nostre vite, ma alla fine non siamo stati in grado di reagire? Un altro ottimo motivo per avvicinarsi alla letteratura del ventesimo secolo è l’atipico romanzo breve/diario di viaggio intitolato “Giornata di uno scrutatore” di Italo Calvino. È il protagonista stesso, in realtà, ad essere atipico, un po' come il suo autore. In vista delle elezioni politiche del 1953, Amerigo oscilla tra pessimismo e ottimismo ed è assillato da riflessioni e domande nel corso di una giornata che si rivelerà molto importante per la sua esistenza. Entra nell’edificio in cui si svolgeranno le elezioni pieno di dubbi, e ne uscirà con altrettanti, ma forse, le risposte sotto sotto sta cominciando a trovarle. Prima abbiamo appunto detto che può essere definito un diario di viaggio: ed è vero, solo che il viaggio il protagonista lo fa dentro sé stesso. A proposito di dubbi e domande: vi siete accorti che non tutti ci vedono allo stesso modo? Che anzi, spesso e volentieri noi crediamo di apparire in una determinata maniera, salvo poi scoprire che chi ci sta attorno ci vede diversamente? È quello che è accaduto a Vitangelo Moscarda, protagonista di “Uno nessuno e centomila” di Luigi Pirandello. Un uomo convinto di essere unico, si rende conto di essere in realtà centomila persone diverse a seconda di chi lo guarda. Un’enorme crisi esistenziale causata dalla sua stessa moglie, che gli fa notare come il suo naso sia leggermente storto. Di crisi esistenziali, tutti ne abbiamo avute, e ne avremo in futuro. Ecco qual è la meraviglia della letteratura e in particolare di quella novecentesca: di aver creato storie, situazioni, città vere o immaginarie, sentimenti e personaggi nei quali in un modo o nell'altro possiamo ritrovarci. Si tratta di antieroi della vita di tutti giorni che sono in cerca, proprio come noi, di un posto nel mondo.

 

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