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Vi svelo un segreto: di cosa hanno veramente paura i docenti delle scuole superiori?

 

Partiamo dall’inizio.

Queste sono le date di inizio e fine dei miei contratti presso una scuola statale superiore di Saronno:

primo contratto dal 6/10/2018 al 26/10/2018 (20 giorni)

secondo contratto dal 27/10/2018 al 3/11/2018 (8 giorni)

terzo contratto dal 4/11/2018 al 6/11/2018 (2 giorni)

quarto contratto dal 7/11/2018 al 13/11/2018 (9 giorni)

quinto contratto dal  14/11/2018 al 7/12/2018 (23 giorni)

sesto contratto dal 7/12/2018 al 21/12/2018 (14 giorni)

settimo contratto dal 22/12/2018 al 18/01/2019 (26 giorni di cui 11 di lavoro)

ottavo contratto ultima proposta che non ho accettato dal 18/01/2019 al 22/02/2019

Ad ogni lettore con un minimo di senso umano, basteranno pochi secondi per comprendere che un lavoratore a cui viene proposto questo tipo di trattamento deve necessariamente tenere un secondo lavoro di riserva se vuole continuare a pagare mutuo e rate della macchina. Peraltro, tra un rinnovo e l’altro spesso c’è una tempistica di comunicazione abbastanza irrisoria, alcune volte di poche ore. Ciò significa che se il mio ultimo contratto scade, per esempio, il giorno 18 scopro che mi sarà rinnovato solo il 18 sera o il 19 mattina!

 

Sin dal primo giorno ne ero consapevole e mi andava bene, perché adoro insegnare: è la mia vocazione.

 

Non sono in nessuna graduatoria statale, non prendo punteggio, non sono in alcuna fascia, ma non mi importa: io insegno!

 

Per capire se e quanto vale il mio lavoro l'unica cosa che potete fare, e la più giusta, è confrontarvi con i genitori dei miei alunni: i più critici, i più severi, ma gli unici ad avere veramente a cuore l’interesse dei miei alunni.

Quella a cui, invece, non interessa alcunché degli alunni ma è lì presente a controllare il loro futuro e a sbrigare scartoffie che devono solo apparire fatte bene (perché, diciamocelo, molto spesso non sono veramente fatte bene: a mio fratello, in quinta superiore, prima della maturità è stato smarrito il diploma di terza media, l'originale) è la dirigenza. La dirigenza è colei alla quale importa unicamente dell'immagine della scuola e, immancabilmente, dei numeri. Esatto, proprio i numeri: come ogni alunno che deve essere promosso o rimandato solo per fare una classe in più o in meno, che deve frequentare il corso di recupero se, e solo se, al dirigente aggrada retribuire il professore che tiene il corso.

La prova d'evacuazione si fa a metà Gennaio, gli alunni disabili per scomodità vengono lasciati all’interno dell'edificio e i nuovi docenti non hanno ricevuto alcuna informazione utile per intervenire in caso di reali problemi (però, ovviamente, a Febbraio sono stati obbligati a seguire un corso per la sicurezza).

 

Ma la scuola pubblica è così, costituita per lo più da persone che non hanno niente di meglio a cui dedicarsi, che sono sicure che qualsiasi cosa accada il loro lavoro sia intoccabile. Persone senza ambizioni e senza stimoli, perché è chiaro che se a 30 anni occupi un impiego pubblico (conquistato tramite concorso e non di certo per merito) a tempo indeterminato, va a finire che ti adagi, ti siedi e non ti occorre più dimostrare nulla a nessuno.

Per fortuna c'è ancora qualche anima appassionata e capace di trasmettere la propria passione. Tuttavia queste povere anime spesso si trovano a lavorare in mezzo a una burocrazia che non premia né impegno, né merito e neppure valore del docente.

 

Ordunque, di cosa hanno paura?

 

Il vero terrore del docente è senza dubbio il momento in cui qualcuno di superiore può mettersi a controllarne l'operato, qualcuno che, a differenza della dirigenza scolastica, ha come unico obiettivo quello di dimostrare che il docente non ha adempiuto adeguatamente al suo dovere.

Il terrore più rilevante dei docenti e della scuola pubblica sono i ricorsi, ovvero la possibilità per un alunno, o di chi ne fa le veci, di richiedere a un organo superiore il TAR (Tribunale Amministrativo Regionale), la verifica dell'effettivo rispetto di tutte le procedure previste dalla legge e indovinate un po’: dato che tutti lavorano in maniera sufficientemente riprovevole a livello burocratico, coloro che fanno ricorso lo vincono e lo vincono ricevendo ingenti somme di denaro a titolo risarcitorio.

 

Dato che non mi sento parte della classe dei dipendenti pubblici e nemmeno m'intriga il farne parte (se potessi sceglierei di fare il docente in partita IVA nella vita), ma sono uno che lavora e si rimbocca le maniche, oltre allo scrivere quest'informativa, voglio fare qualcosa di concreto.

 

Ecco cosa:

 

- Mettere a disposizione le mie conoscenze e quelle del mio legale per aiutare tutti coloro che sono stati oltraggiati dalla burocrazia della scuola subendo ingiustizie;

- Dare la possibilità alla scuola di certificare i propri docenti in base alla qualità del loro insegnamento e tutelarli, aprendo il primo albo per docenti italiani (qui si può già effettuare una pre-registrazione:    https://alboinsegnati.it/   );

- Fornire un manuale che si propone di esporre gli obiettivi verso i quali dovrebbe vertere un corretto metodo d'insegnamento. Lo trovi qui  https://il-cubo.it/shop

 

Cordialmente,

Volontè Thomas

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