Tradurre = dire la stessa cosa?

 

Normalmente tradurre è considerato qualcosa di poco impegnativo, un lavoro sottovalutato. Tanto che persino un computer potrebbe farlo... no?

Ma sappiamo cosa significa davvero tradurre

Prendiamo in considerazione una particolare espressione inglese, abbastanza comune, senza andare a pescare cosa strane.

"It's raining cats and dogs"

Cosa significa? Si tratta di uno strano fenomeno metereologico in cui vedremo gattini cadere dal cielo?

Ovviamente no. Perciò, pensiamo per un attimo a Londra. Cosa ci viene in mente? Autobus rossi a due piani, Sherlock e la pioggia. Pioggia, ecco! L'espressione infatti è il corrispettivo del nostro "piove a catinelle" (sorvoliamo sul fatto che Google proponga "piove a secchiate"). Questo ovviamente a meno che non ci si trovi in un romanzo di fantascienza in cui l'acqua non esiste e cani piovono dal cielo.

Quindi? Sappiamo già queste cose! Che articolo inutile, mi dice cose che so già... 

Ma qualcuno si è mai fermato a pensarci?

È da quando abbiamo iniziato a imparare una lingua straniera che ci ripetono di non tradurre letteralmente, parola per parola; eppure ci ostiniamo a farlo. Ma perchè viene naturale, e più o meno consciamente cerchiamo di sovrapporre la nostra lingua a quella straniera. Cercare di fare nostro l'ignoto attraverso qualcosa di familiare. 

Tradurre, tuttavia, non ha nulla di familiare. Tradurre implica abbandonare la propria forma mentis, fare un passo oltre la nostra zona  sicura.

Umberto Eco scrisse che tradurre è un po' come dire la stessa cosa. Beh, dire quasi la stessa cosa. La verità è che ogni traduzione perde necessariamente una piccola parte dell'originale. Le lingue sono creature immerse nella propria cultura di appartenenza. Tutto ciò che facciamo, diciamo e pensiamo ha le proprie radici nella cultura. 

Il traduttore è il guardiano della parola. Un guerriero invisibile che contratta e media, con inesauribile pazienza e testardaggine, il significato nascosto di ogni parola. A volte vince, trovando la parola che nella sua lingua ha lo stesso significato di quella che ha di fronte. Ma il più delle volte qualcosa va perso, o qualcosa viene aggiunto. Sfumature impercettibili: un colore reso una gradazione più chiaro, un animale che non è altrettanto sacro, un simbolo che non ha corrispettivi. 

E allora? Cosa succede quando perde, quando a volte non esiste un modo per dire la stessa cosa? Guarda la parola dopo. E quella dopo ancora. E cerca di comporre il puzzle come un'artista, sempre nemll'ombra, senza farsi vedere. Oscurando le sue parole per far brillare la traduzione. Il significato è il protagonista, la parola il mezzo.

Ecco, questo è tradurre.

 

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