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Perché la X rappresenta l’ignoto? Una storia di Algebra e Linguistica

Perché la X rappresenta l’ignoto? Una storia di Algebra e Linguistica

Una pagina dell'Al-kitāb al-muḫtaṣar fī hīsāb ‘āl-jabr wa l-muqābala
Una pagina dell’Al-kitāb al-muḫtaṣar fī hīsāb ‘āl-jabr wa l-muqābala

In prima media siamo stati tutti introdotti all’Algebra, quella nuova branca della semplice antenata Matematica studiata alle elementari. È entrata nelle nostre vite un lunedì mattina qualunque, impavida e irruenta, per poi rimanerci per quasi un lustro. Acerrima nemica o amica del cuore, la ricordiamo tutti così: terribile, severa e tuttavia estremamente logica. Arrivò un lunedì di settembre mano nella mano con la sua unica figlia ed erede, la X.

L’algebra inizia sempre con una grande incognita. Sembra quasi un gioco d’estate, un nascondino nel labirinto dei numeri. Trova la X, recita la consegna. Ed è così che iniziano anni e anni di struggimento e dolori, per poi sfociare nella fatidica domanda che in fondo ci siamo chiesti tutti: ma questa X ci servirà poi a qualcosa nella vita? Domanda assai legittima, senza dubbio. Ma in quelle interminabili ore di equazioni e logaritmi, vi siete mai chiesti come mai l’ignoto sia rappresentato dalla X. Perché, per esempio, non Z, N o D? La storia è assai interessante, eppure piuttosto semplice. Ha a che fare con il mondo delle traduzioni e della scienza internazionale e ci chiede di fare un salto indietro nel tempo.

Come molti di voi sapranno, l’algebra arriva a noi dal mondo arabo, ma non ne è figlia. Nata nella culla del Medio Oriente, viene coltivata da Egiziani e Babilonesi già nel II millennio a.C. Ne ritroviamo le tracce nell’Alessandria del III-IV secolo, in pieno ellenismo, con Diofanto e la sua teoria del numeri. Infine, nel VIII secolo nasce in Corasmia (oggi parte dell’Uzbekistan) Abū Ja ‘far Muhammad ibn Mūsā al-Khwārizmī, considerato da molti il padre dell’algebra per via del ruolo fondamentale delle sue teorie nella scienza moderna. Nonostante ciò sia discutibile, è sicuramente stato lui a coniare la parola stessa algebra. Il suo più famoso manoscritto, Al-kitāb al-muḫtaṣar fī hīsāb āl-jabr wa l-muqābala (Compendio sul calcolo per completamento e bilanciamento), contiene la parola ‘āl-jabr, che arriva dal lessico medico e significa “riunione di pezzi rotti”.

ʼāl-shay’, l’ignoto

L’opera di Abū Jaʿfar Muhammad ibn Mūsā al-Khwārizmī approda finalmente in Europa, in Spagna per la precisione, nell’XI-XII secolo. Ed è così che la parola algebra, traslitterazione della parola araba الجبر [ʼāl-jabr], entra nel nostro mondo. La strategia è piuttosto semplice: non possedendo l’equivalente in lingua natia, gli spagnoli hanno optato per la via più facile, ovvero un calco linguistico.

Nella traduzione di questa grande opera, hanno incontrato anche un altro grande problema. La parola الشَيْءِ [‘āl-shay’], infatti, compariva parecchio nel manoscritto. Shay’ è l’equivalente del pronome indefinito italiano qualcosa. Qualcosa di indefinito, di ignoto. Con l’aggiunta dell’articolo determinativo ‘āl, si traduce come l’ignoto. Ergo, questa altri non è che la nostra X. La domanda è: come siamo arrivati da ‘āl-shay’ a X?

Il motivo è puramente linguistico. La parola araba شَيْء [‘āl-shay’], infatti, inizia con la lettera ش, corrispondente al suono italiano [scin pesce. Lo Spagnolo, però, non possiede questo suono, il che ne ha reso impossibile la traslitterazione. Di conseguenza, hanno deciso di utilizzare il suono che vi si più avvicina, la χ greca. Non appena la traduzione spagnola arrivò in altri paesi europei, i traduttori probabilmente tradussero la χ con la più familiare x latina. Et voilà, ecco la X, diventata famosa un po’ per caso.

Il suono [sc] inesistente in Spagnolo
Il suono [sc]

Col passare dei secoli la X è divenuta l’incognita per eccellenza. L’abbiamo conosciuta sui banchi di scuola, ma la sua esistenza è penetrata così a fondo nella nostra cultura, che la ritroviamo anche altrove: X Files, Project X e persino X Factor. Insomma, il suo significato è noto al mondo intero, ma la sua storia è poco conosciuta. Si tratta di una storia degna di nota, le cui radici vanno ben oltre il Rubicone scientifico, e che ci dimostra some le scienze siano tutte connesse e come il linguaggio sia alla base e all’origine di tutto, persino dell’algebra.

 

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