Parlando di bullismo….
Parlando di bullismo….
Cos’è?
Partiamo dalla definizione teorica: Il bullismo è una forma di comportamento sociale di tipo violento e intenzionale, di natura sia fisica che psicologica, oppressivo e vessatorio, ripetuto nel corso del tempo e attuato nei confronti di persone considerate dal soggetto che perpetra l'atto in questione come bersagli facili e/o incapaci di difendersi.
Ci sono storie di episodi di bullismo scolastico che farebbero rabbrividire anche Tarantino, si è arrivati a livelli spaventosi. Compresa quella variante moderna del bullismo, il cyber bullismo: insulti e scherni effettuati comodamente da casa sui principali social.
Con il termine bullismo il lettore non si immagina un semplice ragazzo grassoccio di quinta che tira un pugno o uno spintone a un mingherlino di prima, bisogna ricordare che spesso a livello psicologico ferisce più la lingua della spada.
Perché esiste?
Il bullismo nasce di base dai bambini che scoprono il mondo, e gli altri abitanti e di questi ne fanno un confronto con se stessi, ogni tanto trovano qualcuno più grasso o più magro, più basso o più alto con le orecchie più grandi o più piccole ... ma perché iniziano a ridicolizzare, per esempio, il più grasso?
In primo luogo dobbiamo ricordare che i bambini non nascono con uno standard, ossia neutralmente alla nascita non sanno se la società in cui vivono ritiene sex simbol uno alto o uno basso quindi è evidente che è il mondo che li circonda a dargli un input di cosa è bello o brutto simpatico o antipatico accettato o ghettizzato etero o omosessuale, il mondo che li circonda è di fatto la propria famiglia e la TV (che a sua volta condiziona la famiglia stessa, ma questo è un altro discorso).
In secondo luogo bisogna tenere conto delle condizioni ambientali in cui vive il bambino, bullo ci diventa chi è più fragile più pauroso più timido e introverso. Ebbene sì, sembrerebbe il contrario: il timidino viene bullizzato... ma il bullo attacca perché sa che così facendo raccoglie consensi nel gruppo, consensi che lo fanno sentire importante e accettato, chi ha già colmato questa necessità (che è una necessità di tutti) in altri modi non ha bisogno di diventare bullo e non lo diventerà.
Va fermato? E in caso affermativo da chi?
Nessuno si sconvolga se ci poniamo la domanda se il bullismo va fermato! Non è sempre così ovvio che vada fatto, non sono ovvie specialmente le modalità con cui farlo né tanto mento chi deve essere incaricato nel farlo.
Sviluppiamo di seguito il ragionamento: iniziamo per un momento a immaginare per assurdo che ogni alunno (e sottolineo tutti gli alunni nessuno escluso) sia super seguito, super tutelato e super protetto in tutto, magari da mamma chioccia o papà forzuto e insegnati che tentano di essere un surrogato di questi ultimi. Molto probabilmente appena si dovesse manifestare un piccolo episodio di bullismo questi protettori agirebbero in modo tale da fermarlo, troncandolo sul nascere. Un giorno però questi bambini abituati ad essere protetti dovranno diventare a loro volta protettori … Come possono farlo se sono cresciti sotto una campana di vetro? Ecco che si capisce il senso di porsi la domanda se il bullismo vada fermato, probabilmente la domanda più corretta sarebbe fino a che punto ha senso non fermare il bullismo? eh Sì, perché è evidente che come i leoncini giocano alla lotta per diventare feroci cacciatori anche i cuccioli “dell’animale uomo” debbono essere lasciati indisturbati (in un ambiente controllato e ovattato) a sperimentare ciò che poi sarà durante tutta la vita. Però come specificato sopra questo ambiente deve essere ben controllato a giusta distanza da personale esperto e sensibile alla problematica, che in gravi casi distruttivi più che educativi deve intervenire e deve farlo lavorando sotto due aspetti: in primo luogo rieducando il bullo, capire il suo disagio e trovando un modo alternativo e positivo di sfruttare la sua energia aggressiva. In secondo luogo non meno importante occorre rieducare il bullizzato, perché il bullo se l’è presa con lui e non con un altro? Evidentemente perché ha trovato terreno più fertile, più sadicamente divertente. Occorre insegnare quindi al bullizzato modi, tecniche e schemi di pensiero che in futuro non rendano vita facile al bullo.
Dove poniamo l’asticella tra bullismo educativo e bullismo distruttivo?
Domanda tanto lecita quanto complessa, vediamo però di riuscire ad arrivare a un dunque. Se il bullismo fosse un oggetto “contabile” si potrebbe dire che se supera la soglia di, per esempio, 5 va fermato. Ma così non è, il bullismo è un oggetto tanto “incontabile” quanto infimo, perfido che si insinua serpeggiante e a volte è anche difficile da individuare.
Come vi si rimedia?
Sopra è stato descritto come il personale esperto deve porre rimedio, vediamo di seguito una tabella riassuntiva:
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Modalità di rimedio poco efficace |
Modalità di rimedio più efficace e duratura |
Sul Bullo |
Punizioni, castighi, condanne ghettizzazioni. |
Presa di consapevolezza delle proprie azioni, reindirizzo delle energie, analisi del disagio che lo ha portato a bullizzare, quindi interventi mirati su quest’ultimo |
Sul Bullizzato |
Compassione, compatimento, condanna o incattivimento con il bullo. Vittimismo |
Insegnargli a non dare terreno fertile al bullo. A reagire usando l’intelletto. |
Ma come può il bullizzato stesso porre rimedio o almeno un freno al bullo? Fondamentalmente usando l’arma dell’indifferenza, facendo notare (almeno all’apparenza) di non essere toccato dalle “bullizzazioni”. Togliendo così ogni gusto al bullo.
ATTENZIONE!!! E’ evidente anche che per gravi situazioni di pericolo in cui l’incolumità fisica non è assicurata invitiamo a denunciare a professori, genitori o anche alle autorità, in questi casi però parliamo di violenza, aggressione ecc. e altri tipi di reati penali ben più gravi.
Di seguito una testimonianza come spunto di riflessione:
Quando andavo a scuola spesso venivo preso in giro per via della forma delle mie orecchie, leggermente a sventola e piuttosto a punta, mi davano ogni appellativo dal classico "Dumbo" a "Legolas" (elfo personaggio del signore degli anelli) , a onor del vero non era un bullismo cattivo, aggressivo, continuativo insomma non era così pesante... o forse io non lo ricordo così perché non capivo perché le mie orecchie erano "sbagliate" a me non dispiacevano più di tanto e non trovavo motivo per prendermela per quegli insulti. Perché avrei dovuto offendermi? veramente non lo capivo. Non posso dire però di essere stato totalmente indifferente a questi bulli; infatti ciò che mi infastidiva di più era il fatto che si coalizzassero contro di me, mettendomi contro persone che non lo sarebbero mai state (perché già da piccoli ci sono persone indecise da che parte stare).
Un’altra volta mi è capitato un bullo che mi rubava le cose e minacciava di romperle se lo avessi "denunciato", quindi tra incudine e martello me ne stavo a rosicare zitto zitto nella speranza che non mi rubasse più nulla. Ci sono stati poi continuamente episodi durante la mia vita e penso comunque che ci siano ogni giorno nella vita di tutti, qualche prepotente, qualche sopruso magari leggero non tanto da essere classificato bullismo…l’ultimo episodio pochi giorni fa ho scoperto dopo due mesi di lavoro che il capo non aveva nessuna intenzione di pagarmi... ovviamente per 800 euro al mese nessun avvocato avanzerebbe mai un causa!
Il bullismo non mi ha mai abbandonato.