Compiti a casa si o no?
Compiti a casa si o no? Il-Cubo dice la sua!
Da sempre nella scuola e a tutti i livelli, vi sono due fazioni di professori e maestri, quindi di genitori e alunni.
La prima categoria di insegnanti continua a sostenere
la classica modalità di lezione e soprattutto continua ad assegnare numerosi compiti a casa per poi effettuare un severo controllo e in caso di inadempienza procedere con (alle volte) severe punizioni.
L’altra fazione, più libertina, sostiene che non siano necessari compiti a casa, che i ragazzi passino già fin troppe ore a scuola sui libri e che sia “giusto” che si godano i periodi di ferie in totale relax senza vedersi assegnate montagne di compiti, ma soprattutto senza angoscia per la possibile punizione.
Se tanto ci dà tanto, la verità sta nel mezzo…
Ma facciamo un discorso più completo…
Innanzitutto distinguiamo due casi: Studenti infantili e Studenti maturi.
Fino a una certa età possiamo considerare gli alunni immaturi (infantili) tanto che hanno necessità di essere costretti a fare, per imparare. Pensiamo per esempio a un bambino capriccioso che non vuole provare ad andare in bicicletta per paura di cadere, se venisse obbligato molto probabilmente in breve imparerebbe e da grande sicuramente si troverebbe a ringraziare chi l’ha spronato a tentare.
Ovviamente l’obbligo va letto nella sua connotazione più positiva, nel senso che sarebbe più completo dire: “invitare caldamente facendo ragionare”. Questi alunni quindi vanno incanalati sulla giusta strada con “l’obbligo” a eseguire i compiti.
Ad un certo punto però nel corso della vita l’alunno matura e capisce che fare un compito serve a se stesso e non alla gioia di mamma o alla sadica felicità del professore. Fare un esercizio, sia che venga assegnato sia che venga appositamente ricercato dall’alunno, è un modo utile e costruttivo per imparare. Qui l’alunno maturo sa bilanciarsi, conosce i suoi limiti e le sue capacità quindi non ha alcun senso obbligarlo a effettuare montagne di compiti.
A questo punto resta un dubbio, in quale momento lo studente può essere considerato maturo?
Sfatiamo subito un mito: Lo studente non è maturo dopo la maturità!
Infatti vi sono studenti delle scuole elementari considerabili (per il nostro ragionamento) già maturi e studenti universitari da considerare serenamente infantili. Perciò sembra proprio impossibile riuscire a effettuare una netta distinzione, ma questo non significa che non sia possibile riuscire a trattare tutti i casi.
Infatti per gli studenti immaturi la logica “se non fai i compiti ti punisco” potrebbe essere tranquillamente mutata in “se fai i compiti ti premio”, magari con un mezzo voto in più in verifica o con una verifica facilitata o chi più ne ha più ne metta!
Mentre per gli studenti maturi vale sempre la pena assegnare qualche esercizio di riferimento che sia di stimolo e che dia un input (magari anche per evitare che lo studente pigro, ma maturo non cerchi da solo gli esercizi), certamente in questo caso non ha alcun senso punire (né premiare) chi non li esegue (o chi li esegue)!
In conclusione il-Cubo consiglia:
Tratta i tuoi alunni come se fossero già maturi quindi assegna alcuni esercizi ma non perdere tempo a controllare che li abbiano eseguiti, se ti accorgi che questo non funziona perché il livello di infantilismo è ancora molto elevato assegna i compiti ma non punire chi non li fa, premia chi li fa!