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5 trucchi efficaci per tradurre bene una versione di greco o di latino

 

Ogni studente del liceo si sarà imbattuto in una versione di greco o di latino da tradurre e a non comprenderne l’esatto significato o ad essere assalito da forti dubbi.

Di sicuro la pratica, l’esperienza e il numero di versioni tradotte fanno la differenza, ma è possibile tradurre dignitosamente un testo classico adoperando qualche accorgimento o, come mi piace affermare, dei trucchi del mestiere.

1. Per prima cosa è fondamentale conoscere a fondo la sintassi, studiando non solo dall’eserciziario ( come spesso capita! ) dove gli argomenti sono intervallati da versioni e verifiche, ma dal libro si grammatica, ove esiste un indice analitico degli argomenti che sono sequenziali e facilmente rintracciabili.

2. Particolare attenzione bisogna porre all’uso dei dizionari ( il celebre Rocci o il più recente G per il greco e il famosissimo IL per il latino ), sottolineando con la matita le frasi tradotte d’autore, i costrutti ricorrenti e i significati più frequenti dei vari lemmi, in particolare dei verbi. Io consiglio sempre di non fermarsi al primo significato, ma di prenderne un considerazione almeno tre e poi adottare il più congruo al contesto della frase.

3. E’ importante leggere inizialmente tutta la versione sforzandosi di capire il contesto della stessa e successivamente concentrarsi fino al punto della frase in esame. È estremamente utile sottolineare i verbi principali in modo tale da individuare subito il soggetto, poi il complemento oggetto e gli altri complementi, qualora presenti. Le parti invariabili del discorso, come gli avverbi, possono essere tradotti ed inseriti in un secondo momento. In questo modo, ancor prima di tradurre, si farà la corretta costruzione della fare con un'analisi precisa.

4. Ricordatevi di avere un foglietto o un block notes accanto ove appuntare i termini che si vogliono utilizzare nella traduzione cosicché non si perda tempo a cercarli di nuovo sul dizionario!

5. È estremamente importante alla fine della versione conservare 5/10 minuti per il cosiddetto labor limae ossia il lavoro di lima, di rifinitura, in cui bisogna controllare l’esattezza della consecutio temporum ( la conseguenza dei tempi ), la stesura lineare delle frasi, cercando anche di utilizzare le forme esplicite delle proposizioni e nei particolari costrutti che compaiono, limitando l’uso di forme implicite, frasi ridondanti, termini obsoleti.

Insomma più semplici si è, più possibilità di tradurre con successo c’è! Infatti è dannoso e inutile usare paroloni di cui si ignora il significato o che non useremmo nel linguaggio corrente.

Un bocca al lupo!

Annalisa Capaldo

 

 

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