I Disturbi Specifici dell' Apprendimento
Nel seguente articolo vogliamo informare facendo un po di chiarezza sul mondo DSA (disturbi specifici dell’ apprendimento)
Cosa sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento?
Un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) è una difficoltà significativa nell’acquisizione del controllo del codice scritto (lettura, scrittura, calcolo) che interferisce con il funzionamento adattivo
in presenza di:
· Normodotazione intellettiva
· Adeguate opportunità di apprendimento
in assenza di:
· Disturbi neuromotori o sensoriali
· Disturbi psicopatologici pre-esistenti
Eccovi presentata la definizione di questa sigla! Tuttavia non tutti hanno dimestichezza con i termini scientifici, dunque in questo capitoletto cercheremo di capire insieme che cosa significa per un ragazzino studiare avendo un DSA e come noi possiamo supportarne il percorso scolastico.
Recentemente nel mondo della scuola è possibile osservare una soddisfacente sensibilizzazione al tema dei disturbi dell’apprendimento: spesso sono proprio le insegnanti a segnalare i bambini ai genitori, indirizzandoli a specifici controlli e valutazioni.
Gli apprendimenti di cui parliamo sono proprio quelle capacità che maturano in modo naturale nel bambino a seguito di un adeguato insegnamento; dunque si parla di:
· Disturbo Specifico di Lettura (Dislessia)
· Disturbo Specifico di Scrittura (Disortografia e disgrafia)
· Disturbo Specifico del Calcolo e Numeri (Discalculia)
Queste difficoltà, come emerge dalla definizione, essendo specifiche non coinvolgono l’intelligenza del bambino, ma possono rendere più difficoltoso lo studio ed è dunque importante supportarlo nella maniera più adeguata possibile.
Essi sono dei disturbi, non malattie! Perciò non si può parlare di guarigione! Tuttavia, fortunatamente, è possibile per queste persone fare percorsi atti a ridurre significativamente la propria difficoltà: in questo cammino è importantissimo il sostegno di famigliari, amici, insegnanti, terapisti (in particolare logopedisti).
Cosa implica avere un DSA?
Avere un disturbo dell’apprendimento è sicuramente un’ulteriore barriera che si interpone tra il soggetto e lo studio e che si andrà ad aggiungere alle fatiche che tutti viviamo o abbiamo vissuto; come già accennato però, questo non implica una minore intelligenza e non è quindi obiezione ad una formazione scolastica adeguata, anche se questa richiederà l’attuazione di strategie alternative per assottigliare tale barriera.
Per capire cosa succede ad esempio ad un bambino dislessico, è necessario immedesimarsi in una persona che prova a leggere una lingua che non conosce: può metterci tutto l’impegno che vuole, ma la frase scritta resterà sempre un ostacolo! Così vale anche per la difficoltà nei calcoli: per questi bambini i numeri scritti non rappresentano un processo naturale di astrazione e le operazioni dovranno dunque essere eseguite cercando di trovare delle strade alternative a quelle tradizionali normalmente apprese.
È importante però che sia chiaro un concetto molto semplice: avere un DSA non è tanto diverso dalla necessità che può avere un bambino di portare gli occhiali. Un bambino che senza occhiali non riesce a vedere ad un palmo dal proprio naso ha evidentemente più difficoltà di un bambino che non li porta ad esempio ad esplorare lo spazio intorno a sé, se privato di questo strumento compensativo: allo stesso modo è importante che i bambini e i ragazzi con DSA sfruttino a proprio vantaggio gli strumenti compensativi e dispensativi.
Come possiamo lavorare con loro?
Innanzitutto è bene comprendere e comunicare quale sia il reale problema del bambino/ragazzo e soprattutto la sua gravità: questo permette a chiunque lo affianchi (famiglia, terapisti, amici, tutor), di tenere presente le difficoltà che egli può incontrare e come raggirarle per arrivare all’obiettivo.
Per fortuna negli ultimi decenni i DSA sono stati ampiamente affrontati e studiati da specialisti, fornendo ai soggetti con questi disturbi numerose strategie e strumenti compensativi e dispensativi:
· Esistono numerosi audiolibri che possono facilitare lo studio di bambini dislessici,
· È doveroso richiedere che si evitino la lettura ad alta voce, la stesura di appunti o la ricopiatura di testi
· PC con correttore ortografico per facilitare la scrittura
· LIM = lavagna interattiva multimediale
· PC con videoproiettore
· Smart Pen (penna “intelligente” che registra, e recupera la voce del docente, digitando una parola)
· Dizionario elettronico
· Sintesi vocale
· Software specifici (testi digitali, mappe);
· Strumenti per l’audio: registratore, lettori Mp3
· Internet
· Traduttori
Per questo riguarda questi strumenti la legge è dalla loro parte: la legge 170 prevede che i bambini con DSA abbiano un piano didattico personalizzato (PDP) e per noi che vogliamo supportarli nello studio è importante venire a conoscenza del contenuto del PDP specifico del bambino o ragazzino che stiamo seguendo.
Inoltre quando ci si approccia a questi ragazzini è importante che si consideri il fatto che essi si sentiranno sempre in difetto rispetto ai coetanei: è consigliabile ricordare loro nei momenti di sconforto e di difficoltà che questi disturbi non sono obiezione alla loro intelligenza e alla loro riuscita; molto probabilmente ci metteranno più tempo e più fatica a raggiungere un risultato soddisfacente, ma la possibilità che ciò avvenga è sempre certa!
Una volta capito che è necessario trovare strade diverse, il nostro lavoro con questi bambini/ragazzi sta tutto nel trovare insieme a loro la strada più consona alle loro capacità e propensioni. Infatti, è assolutamente improduttivo imporre un metodo che può sembrarci giusto o che abbiamo trovato efficace con altre persone, perché ognuno reagisce e affronta il problema dello studio in modo diverso.
È dunque nostra priorità incoraggiare il ragazzo a dare il meglio di sé nelle sue capacità e aiutarlo a renderlo il più autonomo possibile per quanto concerne le sue difficoltà.
Infine si deve sempre tenere presente che per quanto riguarda la difficoltà specifica non potremo mai aiutare il ragazzo quanto può farlo un professionista sanitario di competenza ed è quindi necessario rifarsi al lavoro che questa figura (logopedista) opera o potrebbe operare con chi stiamo aiutando.
Come possiamo capire che non è solo pigrizia?
Vogliamo porre questa semplice riflessione: se una persona ha male ad una gamba, avrà voglia di camminare? Sicuramente no! Perciò è facilmente comprensibile la motivazione che porta ad un bambino dislessico a non voler leggere, ad un bambino disgrafico o disortografico a non voler scrivere, ad un bambino discalculico ad odiare la matematica.
Detto ciò la domanda posta sorge spontanea, ma è altrettanto spontanea la risposta: a differenza di una persona svogliata, in questi bambini il disturbo è diagnosticabile! È dunque importante segnalare alla famiglia o al medico di famiglia (nel caso fossero i genitori ad accorgersene) qualunque tipo di dubbio.
In ogni caso, molto banalmente, un ragazzino che è semplicemente svogliato normalmente si discosta di poco dalla media dei coetanei in quanto a prestazioni e soprattutto, se spronato, è in grado di rispondere adeguatamente alle richieste della scuola senza alcun tipo di strumento compensativo: una persona con DSA, invece, anche con impegno e buona volontà avrà comunque bisogno di una strategia alternativa.
Ecco dunque perché è importante segnalare e seguire i bambini appena le difficoltà diventino persistenti e apparentemente immotivate.
Come siamo sicuri che i DSA non sono d’impedimento ad un futuro ricco di soddisfazioni?
È pensare a tutta una serie di persone note e stimate, che hanno cambiato la storia dell’arte, dello sport e della cultura. Tra i più famosi ci sono numerosi attori e presentatori molto famosi (che fanno quindi un lavoro molto legato alla ripetizione, all’intrattenimento e alla speculazione) quali Tom Cruise, Robin Williams, Jay Leno; atleti quali Bruce Jenner; artisti e inventori quali Leonardo Da Vinci, Pablo Picasso, Andy Warhol, John Lennon; scrittori famosissimi come Agatha Christie, F. Scott Fitzgerald, Walt Disney, Gustave Flaubert; scienziati di importanza notevole quali Thomas Edison, Michael Faraday, Pierre Curie e persino Albert Einstein. Non per forza i ragazzi con questi problemi sono destinati all’insuccesso o al cambiamento della storia, ma questi esempi portano alla luce un fattore che deve stare al cuore di chi circonda queste persone: anche con delle difficoltà oggettive, vincono sempre e comunque le qualità uniche e irripetibili che ci caratterizzano ed è proprio sul potenziamento di queste che dobbiamo fondare il nostro lavoro.
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Tags: insegnare, discaldulia, dislessia, dsa